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BERNA18 mesi sospesi per il "Pastore della chiesa del sacro fungo"

15.11.17 - 17:54
Così si autodefiniva il 36enne che distribuiva funghi allucinogeni ai tempi in cui gestiva un albergo nel comune bernese di Rüschegg
Keystone
18 mesi sospesi per il "Pastore della chiesa del sacro fungo"
Così si autodefiniva il 36enne che distribuiva funghi allucinogeni ai tempi in cui gestiva un albergo nel comune bernese di Rüschegg

BERNA - È stato condannato a 18 mesi di carcere con la condizionale l'autonominatosi "pastore della Chiesa svizzera del sacro fungo", finito nelle maglie della giustizia per aver distribuito funghi allucinogeni ai tempi in cui gestiva un albergo nel comune bernese di Rüschegg.

Il processo si è tenuto oggi presso il tribunale regionale di Berna, dopo undici anni di indagini. La vicenda risale infatti al 2006, quando nell'hotel la polizia trovò ingenti quantitativi di funghi cosiddetti "magici" contenenti psilocibina, sostanza in grado di provocare euforia ed allucinazioni, che il "pastore" - un cittadino tedesco allora 36enne - distribuiva ai suoi adepti sotto forma di "sacramenti" in cambio di "donazioni". Il "guru" venne arrestato e rimase in detenzione preventiva per oltre un anno.

Il pubblico ministero stamane ha chiesto per l'accusato due anni di carcere con la condizionale, pena che tiene conto delle lungaggini della giustizia. A suo avviso l'uomo agì non come "missionario", ma a scopo di lucro. Le "donazioni" gli fruttarono una somma di almeno 350 mila franchi, che il "guru" usò per il proprio sostentamento.

Di ben altro parere la difesa, rappresentata dal noto avvocato zurighese Bernard Rambert, che nella sua carriera ha assistito clienti scomodi come il "re delle evasioni" Walter Sturm, oppure ancora terroristi della Rote Armee Fraktion (Raf). Rambert ha chiesto l'archiviazione del procedimento e il proscioglimento del "pastore" da ogni accusa.

In passato in Svizzera era possibile procurarsi i "funghetti magici" legalmente. Swissmedic, l'istituto svizzero per gli agenti terapeutici, ne ha proibito il consumo nel 2002.

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