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ZURIGO«Evitiamo che i Secondos vengano reclutati dalla 'Ndrangheta»

13.11.17 - 16:55
Il Comitato degli italiani a Basilea, Berna-Neuchâtel e Zurigo intende organizzare lezioni a scuola, conferenze pubbliche e manifestazioni
«Evitiamo che i Secondos vengano reclutati dalla 'Ndrangheta»
Il Comitato degli italiani a Basilea, Berna-Neuchâtel e Zurigo intende organizzare lezioni a scuola, conferenze pubbliche e manifestazioni

ZURIGO - Michele O. (34), suo padre Giuseppe O. (58) e Romeo C. (44) sono comparsi in tribunale, oggi, in Italia. Sono accusati di essere membri della cellula turgoviese della 'Ndrangheta. Due dei suoi capi, Antonio N. (68) e Raffaele A. (77) sono stati condannati in Italia nel mese di ottobre 2015 a pene detentive di 14 e 12 anni. Nove altri sospetti membri dell'organizzazione criminale saranno presto trasferiti in Italia per essere giudicati.

«Le organizzazioni malavitose stanno sempre più allargando le loro attività criminali in Svizzera», scrive l'Ufficio federale di polizia (Fedpol). Le autorità italiane confermano che la 'Ndrangheta è ben radicata sul territorio elvetico: solo a Zurigo, sono presenti tre famiglie della nota organizzazione criminale, spiega il SonntagsBlick. 

Ulteriori tracce conducono a clan in Svizzera occidentale e Ticino. Il procuratore federale Michael Lauber conferma che «sono in corso diversi procedimenti contro le organizzazioni criminali in Svizzera».

«Banalizzazione della mafia» - «La criminalità organizzata in Svizzera ha vissuto un vero e proprio boom negli ultimi anni», conferma il Comitato degli italiani a Basilea, Berna-Neuchâtel e Zurigo. Proprio per questo motivo è stata lanciata una campagna di sensibilizzazione per adolescenti e giovani adulti. Il cosiddetto "Progetto legalità" intende mostrare ai giovani italiani o i Secondos (svizzero-italiani di seconda generazione) i pericoli della criminalità organizzata, come spiega Maria Chiara Vannetti, presidente del Comitato italiani a Berna e Neuchâtel.

Con lezioni presso le scuole italiane in Svizzera, conferenze pubbliche e manifestazioni culturali si vuole informare sui pericoli delle organizzazioni mafiose e impedire i tentativi di reclutamento. «Il fenomeno della mafia non dovrebbe essere banalizzato», spiega Vannetti. «Per questo è previsto un incontro con il presidente della commissione parlamentare anti-mafia in Italia, Rosy Bindi».

Organizzazioni come la 'Ndrangheta, va detto, si sono evolute rispetto agli anni passati e si sono radicate nel tessuto economico, farmaceutico, immobiliare.

Pene più severe - «Abbiamo bisogno di informazioni più chiare e dettagliate nell’ambito delle organizzazioni criminali», ha spiegato il procuratore federale Michael Lauber al SonntagsBlick. L’intenzione è di aumentare la pena agli affiliati (dagli attuali 5 anni a 20) e regolamentare l’ambito dei collaboratori di giustizia. Questo permetterebbe di introdurre uno sconto di pena in caso di collaborazione alle indagini.

Anche il Consigliere nazionale Hans-Ueli Vogt (UDC) sostiene il progetto: «Andare in questa direzione aiuterebbe nel contesto della lotta al terrorismo».

Per Claudio Zanetti, Consigliere nazionale UDC, la campagna di sensibilizzazione del Comitato degli italiani è giustificata. Anche se non ne condivide l’urgenza: «Abbiamo pochissimi casi di mafia in Svizzera». In realtà le indagini in ambito mafioso sono molto complicate, a causa delle attività nascoste che esercitano i clan. Il rafforzamento delle leggi, secondo Zanetti, metterebbe pressione alla giustizia, chiamata a produrre nuovi risultati: «E una giustizia sotto pressione da parte delle autorità pubbliche - conclude il Consigliere nazionale - è pericolosa».

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