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SVIZZERA«Sì a "No Billag? Causerebbe un disastro mediatico»

06.10.17 - 15:28
Il direttore generale della SSR Marchand elenca le conseguenze provacate dall'eliminazione della tassa radio-televisiva. «Il servizio pubblico sarebbe indebolito. 34 media privati scomparirebbero»
«Sì a "No Billag? Causerebbe un disastro mediatico»
Il direttore generale della SSR Marchand elenca le conseguenze provacate dall'eliminazione della tassa radio-televisiva. «Il servizio pubblico sarebbe indebolito. 34 media privati scomparirebbero»

BERNA - La SRG SSR è alla vigilia di importanti sfide, in particolare la votazione sull'iniziativa "No Billag" nel 2018. Un sì sarebbe «veramente catastrofico», ha dichiarato oggi in un incontro con i media a Berna il nuovo direttore generale Gilles Marchand. Tra le sue priorità vi è il rafforzamento della cooperazione con i media privati.

Se il testo, che intende eliminare la tassa radio-televisiva, dovesse passare, la Svizzera dovrà affrontare «un deserto mediatico, è un dato di fatto», ha detto l'ex direttore della radio-tv romanda RTS, che ha assunto il nuovo incarico alla testa della SSR il primo ottobre, rispondendo alla domanda di un giornalista. Oltre ad indebolire considerevolmente il servizio pubblico, 34 media privati rischierebbero di scomparire.

A suo avviso, sarebbe minacciata anche l'industria cinematografica, gli eventi sportivi non verrebbero più coperti e la musica svizzera perderebbe entrate. In poche parole vi sarebbe un cambiamento radicale del paesaggio mediatico, la cui varietà sarebbe minata.

Se l'iniziativa verrà approvata o il Consiglio federale deciderà di fissare il canone a 350 franchi invece degli attuali 451,10 franchi annuali per nucleo famigliare, sarà necessario adattare e ridurre i servizi offerti, ha aggiunto Marchand. All'orizzonte vi è inoltre la nuova legge sui media elettronici, che dovrebbe essere presentata dal Governo entro la fine del 2017. L'attuale concessione è stata prolungata senza modifiche fino alla fine del 2018.

«Sono pienamente consapevole delle sfide che attendono la SSR in un paesaggio mediatico in pieno mutamento», ha affermato, aggiungendo che farà il possibile per superarlo. Si impegnerà completamente con i dipendenti per il futuro del servizio pubblico.

Marchand intende inoltre continuare «ad offrire programmi eccellenti in tutte e quattro le lingue nazionali» e assicurare l'indipendenza e la professionalità delle redazioni. Il nuovo direttore vuole accelerare ulteriormente la trasformazione digitale, mantenere il contatto con il pubblico giovane e continuare a investire nella cultura.

Offerta per privati - Il vodese Marchand, che ha sostituito Roger de Weck, ha sottolineato il suo impegno in favore di un dialogo «costruttivo e aperto» con gli altri attori del mercato svizzero. Il direttore della SSR si è dunque mostrato pronto ad approfondire la collaborazione con i media privati e a tal proposito ha presentato cinque progetti concreti.

L'azienda offre da subito e gratuitamente alle aziende mediaticheprivate contributi video nel campo delle notizie. Le radio private possono inoltre riprendere i notiziari radiofonici trasmessi dalla SSR. Questa mette poi a disposizione la propria tecnologia per attivare un canale senza marchio e incentiva ulteriori cooperazioni per l'innovazione con istituti accademici e aziende private.

Le priorità del nuovo direttore generale sono anche quelle del Consiglio d'amministrazione, ha affermato il presidente della SSR Jean-Michel Cina, in carica dal primo di maggio. «riAl fine di rafforzare il suo ruolo di organo di condotta strategica dell'azienda, e per poter appoggiare il meglio possibile la direzione, il Cda ha deciso di creare un comitato incaricato della trasformazione digitale della SSR», ha precisato l'ex consigliere di Stato e nazionale PPD vallesano.

Nuovo team - La direzione è composta da un nuovo team. Ladina Heimgartner, 37 anni, sarà la sostituta di Marchand. Entrata a far parte del gruppo SSR dieci anni fa, dirige dal 2014 la RTR (Radiotelevisiun Svizra Rumantscha). Oltre ad essere la direttrice generale supplente del gruppo, sarà responsabile dell'ambito tematico "Media e società".

La nuova divisione "Sviluppo e offerta" riunirà dal 2018 diversi settori chiave all'interno della direzione generale, come il coordinamento di programmi, la trasformazione digitale, gli studi di mercato e d'audience e le relazioni internazionali. Bakel Walden, 42 anni, dal 2012 responsabile della strategia dei programmi SRF 2012, prenderà il comando di questa nuovo settore.

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COMMENTI
 

samarcanda 6 anni fa su tio
... siano statali o parastatali. Occorre concorrenza, così ci liberiamo anche delle famiglie che si sono sistemate a Comano da generazioni e che dobbiamo pagare lautamente come se i media fossero loro creature private. E così ci liberiamo anche dalla dittatura ciellina e sarà più facile che conti la meritocrazia.

samarcanda 6 anni fa su tio
... siano statali o parastatali. Occorre concorrenza, così ci liberiamo anche delle famiglie che si sono sistemate a Comano da generazioni.

Sarà 6 anni fa su tio
Mi chiedo quante sarebbero le tv private interessate a produrre programmi d'informazione e approfondimento per il piccolo Ticino e il Grigioni italiano, non parliamo poi di trasmissioni in Romancio.

87 6 anni fa su tio
Personalmente non sono d'accordo di pagare il canone radiotelevisivo, non guardo e non fruisco di questi servizi in maniera diretta. Sono disposto a pagare quello che consumo, non quello che consumano gli altri. Billag (e altre società di riscossione), hanno il grosso difetto di costare parecchio in logistica (uffici, salari, assicurazioni, ecc.). Se il canone radiotelevisivo fosse riscosso tramite l'Imposta Federale Diretta, sarebbe piu oneroso per lo Stato, ma almeno il cittadino paga una sola volta la riscossione di un imposta (perchè alla fine il canone radiotelevisivo è stato fatto diventare un'imposta). Anche gli enti radiotelevisivi pagano le imposte, lo Stato verserà a loro i contributi riscossi tramite il canone con delle riduzioni o rimborsi. Si tratta comunque di un numero esiguo di tv e radio che beneficiano dei contributi del canone. Tassa: somma di denaro pagata per una prestazione ricevuta. Imposta: tributo coattivo (forzato) volto a finanziare i servizi pubblici.

Libero pensatore 6 anni fa su tio
Risposta a 87
Il nocciolo della questione è stabilire se la SSR svolge un servizio pubblico o meno. Probabilmente il confine tra servizio pubblico e servizio privato in questo caso non è così chiaro: da una parte credo che l'informazione sia effettivamente un bene pubblico. L'intrattenimento invece no. Quello di cui sono piuttosto certo è che qualcosa passasse l'iniziativa ci sarebbero parecchi disoccupati in più e la qualità dei contenuti calerebbe vistosamente. Poi si può vivere bene anche senza TV, per carità, ma a me lo smantellamento dello stato fa piuttosto paura perché solitamente questo fenomeno aumenta le disuguaglianze. I provato operano secondo una logica diversa, orientata all'utile. Succederà che molte persone dovranno pagare di più per avere quello che hanno ora oppure, se non possono pagare, dovranno rinunciare all'intrattenimento. Lasciare l'informazione in mano ai privati inoltre sarebbe piuttosto pericoloso per la democrazia (ammesso che esista ancora...)

87 6 anni fa su tio
Risposta a Libero pensatore
Rispetto la tua opinione. Per me, che come detto non fruisco direttamente dei servizi SSR, la questione del canone radiotelevisivo si focalizza sul metodo di riscossione, trattando il solo aspetto finanziario. Mi scoccia dover pagare il canone radiotelevisivo ogni anno per un servizio che non utilizzo direttamente e ingrassare i dirigenti delle società di riscossione. Mi scoccerebbe meno pagare il canone/imposta riscosso senza una società privata tipo Billag (e simili). Come dici tu, lasciando l'informazione in mano ai privati, il rischio è di finire a fare servizi tipo Mediaset. Già adesso la SSR fatica a rimanere neutrale. L'intrattenimento televisivo che ho potuto vedere a casa di conoscenti, non è di mio gusto. Non tanto per le produzioni cinematografiche e serie televisive (è quello che offre il mercato), ma per i giochi a premi e gli interventi di parte del Mammone a Patti Chiari. Il doppiaggio in italiano delle produzioni svizzere lasciava a desiderare anni or sono come oggi.

gigipippa 6 anni fa su tio
Marchand; l`unica cosa che può cambiare è che sarà il cliente a darvi lo stipendio e non più il contribuente.

Sarà 6 anni fa su tio
Risposta a gigipippa
Probabilmente il suo stipendio rimarrà invariato, ma sei sicuro che noi clienti ci guadagneremo? Inoltre il canone non finanzia solo la SSR ma molti programmi di tv e radio private.

Libero pensatore 6 anni fa su tio
Bello leggere così tanti utenti che non vedono l'ora di smantellare una delle poche cose dove noi ticinesi ci guadagniamo rispetto al resto della Svizzera. Per cosa poi? 40 chf/mese! Ma per favore? Poi non piangete se per vedervi quello che vedete ora dovrete pagare il doppio. Probabilmente però in Ticino è pieno di gente che preferisce guardare il grande fratello VIP e boiate simili piuttosto che seguire dei dibattiti o guardare dei documentari seri. Probabilmente vi meritate la programmazione di Mediaset, e alla fine andrà proprio così. Ci saranno una marea di disoccupati e poi tutti a frignare perché le spese per il sociale scoppiano. Andiamo avanti così che andiamo bene.

lo spiaggiato 6 anni fa su tio
Risposta a Libero pensatore
D'altronde oramai i ticinesi si sono ridotti a votare solo per fargliela ad altri... un esempio su tutti è la tassa di mobilita voluta perché così la devono pagare anche i frontalieri... Che ne sa il lobotomizzato assiduo lettore dei domenicali dell'indotto economico che porta in Ticino la SSR?... a lui solo importa fargliela ad un ente che non da le notizie che vuole lui , che non ha assunto lui o un parente o che provoca invidia perché le condizioni di lavoro dei suoi impiegati sono tutto sommato migliori delle sue... :-))))

Sarà 6 anni fa su tio
Risposta a Libero pensatore
Nelle città di confine apprezzano la tv ticinese per la qualità dei programmi, in particolare per le notizie...

Libero pensatore 6 anni fa su tio
Risposta a lo spiaggiato
Sono ormai anni che in Ticino si ragiona così. D'altra parte quando circa un terzo della popolazione vota politici che fanno interpellanze per il telecomando della Swisscom non è che ci si possa aspettare altro... il livello è questo.

Sarà 6 anni fa su tio
Risposta a lo spiaggiato
Della serie: "Per farla a mia moglie mi taglio l'uccello".

gluvi 6 anni fa su tio
LADRONNNNN !!!!!

Bandito976 6 anni fa su tio
Si a no billag alleggerisce il portafoglio del contribuente. Perció siiiiii

pontsort 6 anni fa su tio
Risposta a Bandito976
Vedi come si alleggerisce il portafolio quando si dovrà finanziare la disoccupazione ai 1200 (+ annessi) disoccupati

GI 6 anni fa su tio
Eliminando la Billag (società che costa un patrimonio) il canone si ridurrebbe non di poco, come peraltro già prospettato con il mandato alla nuova società di Zurigo (o giù di lì)

pontsort 6 anni fa su tio
Risposta a GI
Peccato che l'iniziativa vuole eliminare il canone e quindi il servizio pubblico

87 6 anni fa su tio
Sig. Gilles Marchand, se si pagassero meno i dipendenti SSR (e di altre reti radiotelevisive), in particolar modo i salari e rimborsi spese dei dirigenti, magari il canone radiotelevisivo sarebbe meno incisivo ai bilanci annuali delle economie domestiche svizzere. Facile creare paure alla popolazione quando è evidente il proprio conflitto di interessi. Le sue parole devono uscire dalla bocca di una persona che non viene retribuita con il canone radiotelevisivo, e forse sarà credibile (i membri politici fanno parte dei "non credibili").

pontsort 6 anni fa su tio
Risposta a 87
Per i dirigenti non mi esprimo, ma per gli altri non vedo come si possa continuare a reclamare per i salari da fame in ticino e poi pretendere che si abbassino quando sono degni,
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