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ZURIGO / TURCHIALa Conferenza islamica si farà... a Istanbul

28.04.17 - 12:28
L'organizzazione integralista ha annunciato lo spostamento dopo il "doppio rifiuto" zurighese degli scorsi giorni. La data del 6-7 maggio è stata mantenuta
Keystone
La Conferenza islamica si farà... a Istanbul
L'organizzazione integralista ha annunciato lo spostamento dopo il "doppio rifiuto" zurighese degli scorsi giorni. La data del 6-7 maggio è stata mantenuta

ZURIGO - Il Consiglio centrale islamico della Svizzera (CCIS) terrà a Istanbul la sua conferenza "pacifista" in un primo tempo prevista a Zurigo fra una settimana. La data del 6-7 maggio è mantenuta e il meeting sarà diffuso in diretta su internet, ha annunciato stamane l'organizzazione in una improvvisata conferenza stampa nella città sulla Limmat.

La popolazione svizzera diventa sempre più intollerante verso i musulmani, si recidono i loro diritti fondamentali, ha criticato il presidente del CCIS Nicolas Blancho. A suo avviso, il pericolo per la Svizzera non è la radicalizzazione dei musulmani, ma la radicalizzazione dell'islamofobia.

Il Consiglio centrale islamico non si lascia tuttavia proibire la sua conferenza per la pace, ha affermato la segretaria generale dell'organizzazione Ferah Ulucay: «Andremo dove possiamo ancora esprimere la nostra opinione, a Istanbul», in un paese - ha aggiunto - dove è ancora garantita la libertà negata in Svizzera.

Il CCIS sorteggerà 100 biglietti gratis per la metropoli turca. La manifestazione rimarrà rivolta alla Svizzera e grazie alla diffusione via internet l'organizzazione conta di raggiungere un numero ancora maggiore di spettatori.

Rifiuti a Zurigo - La conferenza "Longing for Peace" ("Voglia di pace") era stata indetta in un primo tempo al World Trade Center (WTC) di Zurigo-Oerlikon. Tra gli oratori attesi all'evento spiccava il kuwaitiano Mohammed al-Awadhi, da molti considerato un predicatore dell'islam radicale. Lunedì scorso si è però appreso che la cassa pensione cantonale BVK, proprietaria dell'edificio, a seguito di articoli di stampa ha deciso di non autorizzare la manifestazione per evitarsi ulteriori noie.

Il CCIS non si è dato per vinto. L'organizzazione integralista islamica presieduta dal convertito Nicolas Blancho ha subito fatto sapere di voler comunque organizzare la sua conferenza - che nelle intenzione dovrebbe riunire un migliaio di persone - e oggi ne ha annunciato lo spostamento in Turchia.

La conferenza stampa di oggi avrebbe dovuto tenersi in un albergo a quattro stelle di Zurigo, l'Hotel St. Gotthard sulla Bahnhofstrasse. La direzione ha tuttavia imposto un divieto all'ultimo momento, per evitare un collegamento dell'albergo con «problematiche politiche», secondo quanto ha dichiarato il suo direttore Martin Santschi.

Il CCIS ha così ripiegato su un'altra sala in un altro hotel. Blancho e due sue accompagnatrici in chador nero, la citata Ferah Ulucay e la portavoce Janina Rashidi, si sono presentati con incollato sulla bocca un foglietto con le scritta «Libertà di riunione», «Libertà di religione», «Libertà di opinione», poi tolto per rivolgersi ai giornalisti.

Il consigliere di Stato zurighese Mario Fehr, interpellato dall'emittente locale Radio 1, si è detto sollevato dalla decisione del CCIS di spostare all'estero la conferenza. «Meglio ancora sarebbe se non avesse luogo del tutto», ha aggiunto.

Inchiesta aperta - I vertici del CCIS sono da alcuni mesi nel mirino del Ministero pubblico della Confederazione. Lo scorso novembre il procuratore generale Michael Lauber aveva annunciato in una intervista alla "NZZ" l'apertura di un procedimento nei confronti di Blancho e di un altro dirigente, Qaasim Illi per sospetta violazione delle legge federale che vieta i gruppi Al Qaida e Stato islamico, così come le organizzazioni a loro vicine. I due devono rispondere della pubblicazione, nel novembre del 2015, di un video girato in Siria da un altro membro del CCIS, Naim Cherni, un tedesco che vive a Berna. Nei confronti di quest'ultimo un procedimento è stato aperto già nel dicembre dello stesso anno per sospetta propaganda in favore di Al Qaida.

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