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NEUCHATELL'Esercito della Salvezza dovrà accettare Exit nella casa anziani

05.10.16 - 15:16
Libertà di scegliere il suicidio assistito anche presso l'istituto "Le Foyer" gestito dal movimento evangelico
L'Esercito della Salvezza dovrà accettare Exit nella casa anziani
Libertà di scegliere il suicidio assistito anche presso l'istituto "Le Foyer" gestito dal movimento evangelico

NEUCHATEL - L'Esercito della Salvezza dovrà tollerare l'intervento di Exit e il suicidio assistito nella casa per anziani "Le Foyer" gestita dal movimento evangelico a Neuchâtel. Il Tribunale federale (TF) ha rifiutato di concedere una deroga sollecitata a nome del diritto alla libertà religiosa.

Come gli altri istituti di cura riconosciuti di pubblica utilità e dunque sussidiati dal Cantone, anche "Le Foyer" deve rispettare le disposizioni approvate dal Gran Consiglio neocastellano nel novembre 2014, stando alle quali la libertà di scelta dei pazienti o degli ospiti prevale sul regolamento interno delle case per anziani, sentenziano i giudici federali.

Di conseguenza, qualora uno degli ospiti dovesse voler chiedere l'intervento dell'associazione che pratica il suicidio assistito, ai responsabili della casa per anziani non resterà altra scelta che accettare, osservano i giudici. Se necessario, dovranno mettere una camera a disposizione dell'ospite che desidera ricorrere a Exit. Il personale della struttura non è costretto ad intervenire, né ad assistere alla morte del paziente.

Per evitare l'eventuale presenza dell'associazione di accompagnamento al suicidio, i responsabili di "Le Foyer" hanno invocato le loro convinzioni religiose, secondo cui la vita è un "dono sacro di Dio", che non può essere "annientata dalla volontà umana".

Dopo aver soppesato gli interessi in causa, il TF è giunto alla conclusione che il diritto alla libertà di suicidarsi prevale nel caso in questione sul diritto alla libertà religiosa. La legislazione neocastellana, inoltre, subordina a severe condizioni il suicidio assistito nelle istituzioni. "Le Foyer" può sottrarsi a quest'obbligo a condizione di rinunciare al suo statuto di utilità pubblica e ai relativi sussidi.

Qualora la libertà di credenza dovesse prevalere sulla libertà di suicidarsi, determinati pazienti sarebbero privati definitivamente del loro diritto all'autodeterminazione, sottolineano i giudici.

Vaud è stato il primo cantone in Svizzera a varare, nel giugno 2012, una legge relativa ai suicidi assistiti nelle case per anziani e negli ospedali. Il testo era stato approvato in votazione popolare con una maggioranza del 61,6%. Il parlamento di Neuchâtel aveva preso una decisione analoga nell'autunno di due anni dopo con 80 voti contro 16.

 

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