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NATIONAL LEAGUE«A Berna per crescere, ma l'Ambrì e quelle chiacchierate con Duca...»

28.11.17 - 11:43
Un presente a Kloten e un futuro da Orso. Per Daniele Grassi c'è però stato anche un flirt biancoblù: «Offerta allettante e progetto interessante»
Keystone
«A Berna per crescere, ma l'Ambrì e quelle chiacchierate con Duca...»
Un presente a Kloten e un futuro da Orso. Per Daniele Grassi c'è però stato anche un flirt biancoblù: «Offerta allettante e progetto interessante»
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KLOTEN – Una stagione difficile, condizionata anche dai problemi del suo Kloten, non ha fatto finire Daniele Grassi fuori dal mercato dell'hockey svizzero. Giovane e in rampa di lancio ma già solido, futuribile ma già affidabile, il 24enne è infatti a lungo stato seguito da chi ha soldi da spendere e progetti (e pazienza) da offrire. Uno di questi club – il Berna - si è mosso prima e con maggior decisione degli altri, facendo capitolare il ticinese, convincendolo al matrimonio. È così arrivata la firma su un contratto che scadrà solo nella primavera del 2020.

«L'interesse del Berna era noto da tempo – ha ammesso proprio Grassi - Ho pensato molto a quello che sarebbe stato meglio per me, in questo momento. L'offerta era buona e volevo continuare a crescere e rimanere oltre Gottardo. Così ci siamo accordati».

Il Berna ma anche lo Zurigo e l'Ambrì...
«Vero. Negli scorsi mesi ho chiacchierato più volte con Paolo (Duca, ndr). L'offerta che mi ha fatto era molto attraente. Mi ha parlato del progetto biancoblù, che è davvero interessante e che negli anni può portare a risultati importanti».

Cosa ti ha fatto declinare l'offerta: soldi, prospettive?
«Lo stipendio no di certo. Penso che, alla mia età, tentare in una squadra di campioni, che lotta per il titolo ogni anno, sia un passo da fare».

Nonostante si rischi di giocare poco?
«Fa parte della sfida. Solo così, misurandomi a quel livello, posso sapere quanto valgo davvero e posso ancora crescere».

Il Berna e poi? Estero, Ticino... hai già fatto il film della tua carriera?
«No. Non mi sembra il caso, non avrebbe senso: nell'hockey le cose cambiano molto rapidamente. Sono solo concentrato su quel che devo fare ora».

A Kloten, prima ancora che con gli Orsi. Siete ultimi in classifica, però con Schläpfer...
«Un coach molto “emotivo”. Ci ha fatto ritrovare un po' di entusiasmo - anche se una scossa era quasi normale, dopo il nostro pessimo inizio – e di ordine. Sappiamo che la situazione è molto complicata e ci manca forse ancora un po' di cattiveria; nonostante ciò siamo convinti di avere le possibilità di rientrare. Sarà dura, dovremo lottare».

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COMMENTI
 

sergejville 6 anni fa su tio
Quando un confederato arriva a Lugano, si parla spesso di lauti stipendi ecc., o perlomeno di soldi. Quando un ticinese va a Berna (o Zurigo) allora lo stipendio non conta. Mah.

fakocer 6 anni fa su tio
Risposta a sergejville
A me invece risulta che quando arriva un confederato o un Finlandese o uno o due svedesi o uno o due dalla NHL o uno dal Davos ex Ambri di vil denaro non se ne parla rigorosamente mai (salvo qualche volta in Via Pretorio). Discretamentissimamente si accennano alle luganighe e al fino fino (vino fino). Ma evidentemente quando uno dei nostri oltrepassa l'alptransit, i volgarissimi cervelats e viennerli sono la scelta prevalente per l'esperienza e la crescita. Chiaro che lo stipendio non conta.
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