I biancoblù avevano due soluzioni per uscire dalla crisi: sostenere con forza lo staff tecnico o sostituirlo. Hanno invece silurato "solo" il vice di Kossmann, la pedina sacrificabile sullo scacchiere
AMBRÌ – La squadra va male, è anche sfortunata – lo si deve ammettere – ma comunque non sta raccogliendo i risultati sperati. Per questo motivo, per dare la scossa, si sostituisce... l'assistant coach. Con la sua scelta di bocciare Scandella, promuovendo contemporaneamente Tsygourov, l'Ambrì ha una volta ancora stupito. E non usiamo quest'ultimo termine con un'accezione positiva.
Qual è il senso di questa scelta, di questo cambiamento? Davvero non lo si capisce. Per il club il ribaltone era necessario per “dare nuovo impulso alla preparazione fin da mercoledì prossimo”. Questa sa di spiegazione data per accontentare tutti, per far vedere di essersi mossi senza in realtà aver fatto nulla. Già, perché, quanto davvero potrà cambiare la situazione con il sacrificio di un “semplice” vice? Questo a meno che Scandella non fosse davvero IL problema, non UN problema, dei leventinesi.
Ma è così?
Scandella è colpevole? Può essere, si dovrebbe vivere quotidianamente lo spogliatoio biancoblù per poterlo dire.
Scandella è l'unico colpevole (perché questo, di fatto, ha “detto” la decisione presa dal club)? Proprio no. Ciò non è possibile, credibile, concepibile.
Quanto potere ha un assistant coach? Tanto da decidere, con il suo lavoro, il risultato di interi match? Ed è possibile che, se proprio così inadatto, il buon Diego abbia conservato il posto così a lungo? E in tutto ciò Kossmann che ha fatto? È stato solo una bambolina manipolata dal suo vice (e quindi non ha alcuna responsabilità sulla situazione)? Altro passaggio con poco senso.
È come se – passateci il paragone stiracchiato – per rendere competitiva una vettura che difetta clamorosamente in potenza vengano sostituti... gli pneumatici. Certo, il cambio magari qualcosa farà. Ma il problema non era certamente quello.
A parer nostro Lombardi e Zanatta avevano due vie per provare a risolvere la situazione: sostenere con forza l'attuale staff tecnico, ammettendone le colpe ma difendendolo da ogni attacco, o cambiare timoniere. Dovevano proporre carne o pesce. Hanno servito un brodino.
La sensazione è che, con le mani legate sul mercato, i leventinesi abbiano “mascherato” una svolta sacrificando solo la pedina più debole dell'intero scacchiere. La sensazione è che, pur convinti delle sue qualità, i dirigenti biancoblù abbiano salvato Kossmann solo perché non hanno trovato alternative migliori (le finanze del club non lo hanno permesso?).
Ora c'è la pausa. Nei prossimi giorni il coach potrà dunque lavorare in tranquillità e, probabilmente, ritrovare qualche infortunato. Questo dovrebbe riconsegnare al campionato un Ambrì più compatto e competitivo. La speranza è che sia così. Altrimenti Lombardi&Co. avranno perso una ghiottissima occasione per dare (veramente) la svolta alla stagione.