Svedese e canadese hanno qualità e armi per trascinare le loro squadre. Chi, alla fine, sarà decisivo?
BERNA/LUGANO - Entrambi sono alti solo 1,73m ed entrambi sono i topscorer della loro squadra. Le “somiglianze” tra Linus Klasen e Cory Conacher, simboli di Lugano e Berna finiscono però qui. Il 30enne svedese è infatti un artista, uno che inventa e suona hockey. Robert Linus Alexander Klasen sa dirigere l'orchestra bianconera, in tutti i suoi fantastici singoli, come nessun altro. E insieme ai connazionali Fredrik Pettersson e Tony Martensson forma un terzetto fantastico e difficile da fermare.
Pure a Conacher è difficile trovare delle contromisure. È un'ala imprendibile. Tanto veloce che Guy Boucher, il suo ex allenatore a Berna, lo aveva definito "Jet". Il 26enne canadese non ha però la classe dell'avversario bianconero. Da buon nordamericano sa in ogni caso regalare tantissima quantità e ancor più passione. Le quali spessissimo fanno la differenza ma a volte... sono controproducenti.
Una prova? Nel primo match della serie finale Conacher ha commesso due ingenuità nel momento sbagliato, sbagliatissimo, regalando in entrambi i casi al Lugano una doppia superiorità numerica (e praticamente tre punti). Mentre Klasen ha siglato due reti e servito un assist, il canadese si è dovuto “accontentare” di un gol (seppur di pregevole fattura). «Linus ha fatto la differenza - ha sottolineato proprio l'ala nordamericana, a Berna dalla scorsa estate - ma solo perché gliel'abbiamo permesso». Una curiosità: né lo svedese né il canadese hanno mai vinto un titolo nei campionati disputati nella loro carriera. Nel giro di qualche giorno uno dei due correggerà questa statistica.