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L'OSPITEMuseo d’arte di Mendrisio, così non ci siamo proprio!

13.11.17 - 06:23
Massimiliano Robbiani, Capo Gruppo Lega dei ticinesi, UDC e Indipendenti Mendrisio
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Museo d’arte di Mendrisio, così non ci siamo proprio!
Massimiliano Robbiani, Capo Gruppo Lega dei ticinesi, UDC e Indipendenti Mendrisio

Al Museo d’arte di Mendrisio invece che aprire le porte ai visitatori le aprono agli uffici stampa di Milano. Infatti la direzione ha dato un bel mandato diretto a una agenzia lombarda per dare pubblicità alla mostra di Cuno Amiet, facendo come hanno sempre fatto e senza ragionare che magari anche in Ticino c’è gente preparata meglio dei milanesi. A parte che il principio “prima i nostri” non deve essere molto chiaro al museo del borgo (ma anche a tanti altri del cantone che usano lo stesso metodo…), mi chiedo se non ci sono veramente persone, agenzie, società con sede in Ticino che sappiano prendere in mano la parte della comunicazione di una mostra d’arte.

Non mi sembra possibile e è anche una mancanza di rispetto per i professionisti che lavorano e pagano le tasse nel cantone. So già che la risposta alla mia interrogazione fatta al Municipio per denunciare questo caso sarà che c’è bisogno di fare pubblicità in Italia e quindi ci servono contatti italiani: sono scuse di chi pensa che all’estero sono più bravi che da noi, vedi il caso ridicolo di Bellinzona dell’anno scorso. In Ticino abbiamo tutto quello che ci serve e se del caso ci fosse bisogno di contatti con la Lombardia che si dia un incarico a un ticinese che deciderà come collaborare con qualcuno all’estero. Dare un mandato diretto oltreconfine è inaccettabile e faccio rilevare che la persona in questione non è neanche laureata in comunicazione, marketing o storia dell’arte tra l’altro. Mi piacerebbe anche sapere quanti visitatori italiani sono già venuti a visitare la mostra in seguito alla pubblicità fatta da questo super efficiente ufficio stampa lombardo. Saranno più dei ticinesi e degli svizzeri? Figuriamoci… I cittadini di Mendrisio meritano rispetto e non vedere i loro soldi partire a Milano. Facciamo lavorare i nostri che lo sanno fare, altro che dare mandati agli italiani!

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