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OSPITEL'AITI dice NO all'iniziativa contro il dumping salariale

13.09.16 - 08:29
Associazione Industrie Ticinesi
TiPress
L'AITI dice NO all'iniziativa contro il dumping salariale
Associazione Industrie Ticinesi

Inutile, costosa e controproducente. Sono questi gli aggettivi che più si addicono all'iniziativa popolare legislativa generica “Basta con il dumping salariale in Ticino!”, in votazione il prossimo 25 settembre, lanciata dal Movimento per il socialismo (MPS). Si tratta di un’iniziativa popolare che ha una visione distorta e irrealistica del mercato del lavoro cantonale e che considera le aziende ticinesi nel loro insieme dei soggetti atti a delinquere e sfruttare i lavoratori attraverso il dumping salariale.

L’istituzione di un ispettore del lavoro ogni 5'000 persone attive sul mercato del lavoro comporta l’assunzione di un centinaio di nuovi funzionari pubblici con un costo a carico del contribuente di circa 10 milioni di franchi. Obbligare, così come richiesto dall'iniziativa, tutti i datori di lavoro ticinesi a notificare ogni contratto di lavoro esistente significa creare una macchina burocratica enorme e senza senso in un momento in cui né l'economia cantonale, né l'Amministrazione cantonale se lo possono permettere. Quest’ultima e i gremi adibiti al controllo del mercato del lavoro come la Commissione tripartita cantonale dispongono già di sufficienti dati per verificare la situazione del mercaro del lavoro; inoltre il Ticino controlla già il 24 % dei datori di lavoro, quando la media svizzera è del 5 % ! Controllare ogni anno 220'000 contratti di lavoro significa non solo creare una burocrazia elefantiaca bensì produrre una mole di dati che in gran parte finirebbero in qualche archivio e che in ogni modo non aiuterebbero a tutelare efficacemente il mercato del lavoro da possibili abusi.

L’iniziativa sul dumping salariale ha poi il preciso obiettivo di affossare il partenariato sociale, laddove si vanifica il lavoro delle commissioni paritetiche. Anche i settori regolati da convenzione collettive dovrebbero consegnare a Bellinzona tutti i dati necessari che sono già verificati dalle parte sociali. A questo punto ci si chiede seriamente perché padronato e sindacati dovrebbero sedersi ancora per trovare soluzioni comuni nella regolazione del mercato del lavoro. Da questo punto di vista meglio il controprogetto all’iniziativa in votazione, che prevede sì un aumento dei controlli ma anche una professionalizzazione delle commissioni paritetiche. Non è con l’approccio vessatorio dell’iniziativa in votazione che si risolvono i problemi del mercato del lavoro in Ticino.

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