Cerca e trova immobili

CANTONELupo Lupazzi, una chitarra e... tanto rock

17.01.18 - 06:01
Un appuntamento imperdibile venerdì 19 gennaio tra le mura del Glem Risto Break di Camorino: sul palco avremo infatti modo di vedere il chitarrista ticinese Mauro “Lupo” Lupazzi
Lupo Lupazzi, una chitarra e... tanto rock
Un appuntamento imperdibile venerdì 19 gennaio tra le mura del Glem Risto Break di Camorino: sul palco avremo infatti modo di vedere il chitarrista ticinese Mauro “Lupo” Lupazzi

CAMORINO - Parliamo di una serata speciale: innanzitutto, perché Mauro festeggerà i suoi 60 anni - che compirà domani (giovedì 18) - a suon di rock.

Un chitarrista che chi ha oltrepassato i 40 o i 50 conosce molto bene, poiché Lupazzi si muove tra palchi e studi di registrazione fin dal 1972. Lo abbiamo visto nelle fila dei Turms - di cui tempo fa uscì uno straordinario disco dal vivo - “Live 79/80” -, così come nei Departure, nei Forsale (con Steve Lee), nei Dacapo e nei Guararey (un favoloso tributo a Santana). Tutto questo, senza contare le innumerevoli collaborazioni che ha messo a segno nel corso degli oltre quattro decenni di attività.

Lupo, quali i più bei ricordi tra palco e studio di registrazione?

«In particolare, citerei gli anni Settanta in generale che, emozionalmente, definirei i più forti: sai, con i Turms facevamo un rock latino - con pezzi nostri - ed eravamo riusciti a ritagliarci una buona fetta di pubblico… Per noi, quel periodo, devo dire, fu davvero appagante…».

Stai per compiere 60 anni ma non li dimostri…

«Ti ringrazio! Allora, è vero, il rock mantiene giovani!».

In tanti dicono che il rock di oggi non è più come quello di una volta… Tu che dici?

«Condivido… A livello emozionale non è più la stessa cosa…».

Chi sono i tuoi chitarristi di riferimento?

«Diciamo che i miei punti di partenza sono stati Neal Schon (Journey), Carlos Santana, Jimi Hendrix, Eddie Van Halen e Jimmy Page...».

Quando hai incominciato a suonare la chitarra?

«L’elettrica a 14 anni, ma avevo tastato il terreno già un po’ prima con un’acustica...».

Quali consigli ti senti di dare a un giovane chitarrista?

«Di non fermarsi a un solo genere e di non prendere come punto di riferimento un solo chitarrista… Aprirsi ai diversi stili è davvero importante...».

Quali i tuoi cinque album preferiti di sempre?

«Questa è una domanda difficile… Vabbè, ci proviamo… “Infinity” (Columbia, 1978) dei Journey, “Santana III” (Columbia, 1971) di Santana, “Are You Experienced” (Reprise, 1967) della Jimi Hendrix Experience, l’album di esordio - omonimo - dei Van Halen (Warner Bros, 1978) e “Selling England By The Pound” (Charisma, 1973) dei Genesis… Aggiungo il sesto: “Demons and Wizards” (Bronze, 1972) degli Uriah Heep».

Qual è l’ultimo disco che hai comprato?

«Ti dico l’ultimo che mi hanno regalato: “Promise Land” (Inner Wound, 2010) dei Giant…».

Ti piace?

«Preferisco i primi due album della band, ma non è comunque un disco che ho messo da parte...».

Cosa vuoi anticipare dello show in programma venerdì?

«Sarà un “Best Of” di ciò che ho vissuto in questi anni… E, ovviamente, non mancheranno gli ospiti a sorpresa!».

 

Entra nel canale WhatsApp di Ticinonline.
NOTIZIE PIÙ LETTE