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ASCONAPiero Pelù: «La politica italiana fa pena. Svizzeri mi adottate?»

23.05.16 - 06:00
Il rocker si racconta e si toglie qualche sassolino dalla scarpa sulla scelta di abbandonare The Voice
Piero Pelù: «La politica italiana fa pena. Svizzeri mi adottate?»
Il rocker si racconta e si toglie qualche sassolino dalla scarpa sulla scelta di abbandonare The Voice

ASCONA - Mercoledì 25 maggio Piero Pelù sarà in concerto ad Ascona al Beach & Lido alle 19.30. Un cantante senza peli sulla lingua, che ha sempre detto quello che pensava, lo abbiamo visto nelle scorse edizioni di The Voice. E anche nella conversazione con noi non si è smentito. Partiamo proprio da The Voice.

Quest’anno non hai partecipato come coach a The Voice. Come mai?

«La principale motivazione è il disco dei Litfiba in programma, e anche perché dopo tre anni che uno fa il cantante, musicista, produttore, fare troppa televisione può essere pericoloso. Quindi ho deciso di prendere serenamente le distanze».

Stai guardando l’edizione di quest’anno?

«Sì, mi è capitato. Ci sono dei bravi giovani con belle voci. Anche se la sera preferisco uscire con gli amici e ascoltare un po’ di musica live in qualche club».

Per i partecipanti il talent può essere un’opportunità concreta o serve solo alla rete per fare audience?

«Dipende dalla serietà di chi gestisce il programma, e anche dalla casa discografica che deve impegnarsi a valorizzare i talenti dopo la fine del programma. Purtroppo non è quello che è successo a The Voice, ed è per questo che mi sono un po’ disaffezionato al progetto».

Allora togliamoci qualche sassolino dalla scarpa…

«Nei tre anni in cui ho fatto il coach ho visto passare delle voci veramente straordinarie, ma la casa discografica, la Universal, non ha fatto assolutamente niente. E questo è un autogol clamoroso. Su tutti Giacomo Voli e Ira Green sono voci che veramente meritano un investimento, e non riesco a spiegarmi come abbiano fatto ad essere dimenticati subito. Quando finì la seconda edizione di The Voice io scrissi un pezzo per Giacomo Voli che fu primo in classifica su iTunes per una settimana, ma la Universal non l’ha nemmeno chiamato per fargli fare un minimo di promozione. E i ragazzi ne escono molto provati».

Su Facebook vedo che posti molti argomenti sull’ambiente. Come mai?

«La salute è un diritto e un dovere. Noi dobbiamo mantenerci in buona salute, ma è anche un obbligo delle istituzioni far sì che la salute dei cittadini venga salvaguardata, deve essere una priorità. Questo è il concetto dietro al quale mi muovo, e che spesso scatena anche delle critiche al sistema. Voi in Svizzera vivete in una sorta di paradiso rispetto a noi italiani… mi adottate? Vengo subito a vivere da voi».

Come ti sembra l’Italia di oggi?

«C’è politica e politica. Quella governativa mi piace molto poco, anche perché nasce già da un vizio di forma, cioé un presidente del consiglio che si autoelegge. Quindi puzza già di colpo di stato, e avanza a colpi di fiducia. Così chi si doveva salvare la faccia l’ha fatto, ma alla fine le cose cambiano, e purtroppo in peggio. Ora ci sarà questo tentativo di riforma della costituzione, che sarà un punto cruciale. Il referendum di ottobre contro la riforma costituzionale, assolutamente scellerata, di Renzi, della Boschi, e di tutta quella cricca, dovrà essere vittorioso, altrimenti sarà una dittatura a tutti gli effetti».

Quindi una bocciatura a tutti gli effetti della politica…

«No, vedo anche tante persone serie, brave e oneste, che hanno voglia di salvare tutto quello che è il patrimonio anche della nostra resistenza, contro il fascismo, e contro la dittatura. Queste sono le cose che mi danno concretezza per il futuro. Per fortuna anche in parlamento c’è qualcosa che mi lascia ben sperare, quindi non tutto è perduto, però siamo su un filo di un rasoio, perché la politica tradizionale ha perso».

Chi ammiri oggi nel mondo musicale?

«Intanto c’è da dire che il mercato discografico italiano è diventato uguale a quello svizzero, solo che noi siamo 60 milioni di abitanti, e voi solo 8. Questo purtroppo fa capire l’andamento del mercato, anche rispetto alla cultura. E questo sottolinea il fatto che voglio venire a vivere in Svizzera! Di nomi interessanti ce ne sono tanti, a cominciare dai grandi Gotthard, che sono una grandissima band, purtroppo sfortunati, ma al tempo stesso anche volitivi, perché anche la nuova formazione mi piacciono molto, e gli Young Gods. Adoro anche tutto il mondo Rammstein, compreso l’ultimo disco da solista del cantante. Anche in Italia per fortuna c’è roba buona. E ovviamente non posso non nominare il prossimo disco dei Litfiba che sarà bellissimo. Non posso dire di più, ma siamo proprio tanto felici».

C’è un genere musicale che proprio non sopporti?

«Più che un genere, non mi piace la musica che nasce per strizzare l’occhio al pubblico, in qualsiasi ambito. Mi piacciono le cose che sono veramente artistiche, coraggiose, e che non vogliono piacere per forza».

Cosa accadrà in futuro nella vita di Piero Pelù?

«Nel futuro prossimo verrò a trovarvi ad Ascona, e vi spettinerò tutti, come ad un vero concerto rock. Poi continuerò con le registrazioni del disco coi Litfiba per tutta l’estate. Vorrei anche farmi dei grandi giri in moto, e poi organizzare la Mosquito’s Way, la parata di motorini vintage più pazza del mondo, che ho creato circa un anno fa. Spero magari di poterla portare anche in Svizzera».

Cosa ti piace fare nel tempo libero?

«Non ho tempo libero, non me lo posso permettere, ma non lo voglio nemmeno, odio l’ozio e sono iperattivo. Ma non perché non mi piaccia oziare, è che ho troppe cose ancora da fare prima di riposarmi. È un anno molto pieno di energie positive, quindi lo voglio sfruttarlo al massimo».

Cosa ti inventerai per il concerto di Ascona?

«Vi avverto, arrivate molto allenati, sarà una serata mozzafiato. Sarò in compagnia della band Banditos, che mi accompagnano quando suono da solista, e il batterista Luca Martelli si esibirà anche un Dj set tutto suo. Il tutto sarà suonato live, senza nessuna base».

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