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CANTONEQuando il mostro va in mostra: Frankenstein compie 200 anni

17.03.16 - 13:00
Dal 19 marzo al 10 luglio il Castello di Sasso Corbaro ospiterà la mostra “Mary Shelley-The Frankenstein’s Idea”, per la quale Fabio Romiti ha scritto una storia a fumetti disegnata da Sandro Dossi
Quando il mostro va in mostra: Frankenstein compie 200 anni
Dal 19 marzo al 10 luglio il Castello di Sasso Corbaro ospiterà la mostra “Mary Shelley-The Frankenstein’s Idea”, per la quale Fabio Romiti ha scritto una storia a fumetti disegnata da Sandro Dossi

BELLINZONA - Abbiamo scambiato quattro chiacchiere con Fabio.

Cosa troveremo al castello?

«Un percorso per grandi e piccini in cui sono esposte tavole di fumetti, fotografie e documentazioni sull'estate particolare di 200 anni fa in cui la giovanissima scrittrice, a Ginevra, elaborò il suo primo romanzo».

Come è nato il progetto della storia a fumetti?

«Due anni fa, mentre smontavo la precendente mostra sul fumetto che organizzai nel medesimo castello, si abbatté sul Corbaro un forte temporale. Come ricorderai, è stata un'estate fredda e piovosa quella del 2014. Feci notare il parallelismo con l'estate del 1816 all'Organizzazione Turistica Bellinzonese e Alto Ticino, precisando che il castello sarebbe stato l'ambiente ideale per festeggiare il bicentenario dell'idea di “Frankenstein”. Un anno più tardi l'Ente del turismo si è interessato all'idea e mi ha chiesto che cosa avessi da proporre. Ho suggerito loro la mostra sulla giovanissima Mary Shelley - della quale avevo già scritto vent'anni fa - e dei suoi compagni di viaggio, più un fumetto per ragazzi sul tema».

Come e dove si sviluppa la storia?

«Inizia proprio al Castello di Sasso Corbaro e si sviluppa in stile ucronico (coi se e coi ma) rispetto al romanzo di Mary Shelley».

Come è nato il sodalizio con Sandro Dossi?

«Sandro e io non ci siamo ancora incontrati dal vivo (ci stringeremo la mano sabato per la prima volta all'inaugurazione della mostra). Mi conosceva già come editore. Gli ho scritto, proponendogli la sceneggiatura che gli è piaciuta. Ha iniziato quasi subito a lavorarci sopra. È un vero onore poter lavorare con maestri del fumetto del suo calibro. Sandro ha disegnato di tutto per ragazzi: Topolino e Paperino, Geppo, i Puffi, Tiramolla, Popeye, Wile E. Coyote, Gatto Silvestro...».

E tu quando hai letto per la prima volta “Frankenstein”?

«A 18 anni l'insegnante di italiano ce ne lesse qualche pagina e ci disse di sviluppare un tema. Il mio gli piacque, tanto che lo lesse alla classe. A quel tempo avevo già creato il mio personaggio, Wayne di Uchronia. Lessi Frankenstein qualche settimana dopo, ma lo compresi molto meglio rileggendolo dieci anni più tardi».

Il tuo sogno è tuttora quello di trasformare la passione per la scrittura e il fumetto nella tua attività principale?

«Credevo di aver chiuso con i fumetti con la mostra del 2014… In questi ultimi quindici anni ho realizzato tutti i miei sogni di bambino. Nel 2001 ho pubblicato il romanzo che mi portavo dentro da quando ne avevo otto e leggevo Capitan America (“La donna che rubò il mio corpo”). Dopo il romanzo, ho pubblicato una fiaba con invito al disegno e tre avventure di Axa (già pubblicate in Gran Bretagna) grazie al disegnatore Enric Badia Romero che mi aveva aiutato a illustrare il romanzo. Nel 2007 ho organizzato il mio primo festival del fumetto al Palazzo dei Congressi di Lugano, con Diabolik in omaggio e una decina di artisti intenazionali che disegnavano per il pubblico. Doveva arrivare anche Gene Colan, che avrebbe compiuto 81 anni proprio qui a Lugano. Era già tutto pronto: volo, hotel… Dovette rinunciare per problemi al fegato. Se ne è andato quattro anni fa... In quell'occasione invitai anche Robin Wood e Carlos Gomez, che sono due leggende del fumetto. S'innamorarono di Lugano e Wood mi chiese un piccolo fatto di cronaca luganese del Rinascimento per omaggiarmi col suo Dago. Gli proposi invece un soggetto ambientato a Bellinzona. Dalla nostra collaborazione sono nate le storie di Dago "Sulle rive del Ticino", “Dalle acque del Ceresio”, “Per Locarno”, “Notre-Dame de Lausanne” e altre ancora... L'ultima è “C'era una volta... Marignano” che è stata pubblicata quotidianamente l'estate scorsa dal Corriere del Ticino e che verrà data in omaggio, assieme a “Il sogno del Dottor Steinfranken" e a una mia storia (biografica) su Mary Shelley ai visitatori della mostra. Al secondo piano, infatti, sono esposte le tavole acquarellate originali utilizzate per realizzare il fumetto».

Sei al lavoro su nuovi progetti?

«Diciamo che di idee per la testa ve ne sono molte… Poi, però, bisogna fare i conti con le spese di tempo, di energia e anche finanziarie… Lavorare a un fumetto è davvero molto costoso: dall'idea alla realizzazione grafica con colori e baloons con cura dei testi alla pubblicazione stampata sono richiesti anni se non decenni per rientrare delle sole spese».

 

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