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MUSEO VINCENZO VELAAl Museo, la sala della memoria

30.10.17 - 07:00
In questi giorni di commemorazione dei defunti, il Museo invita a visitare la sezione funeraria, con le tombe dei grandi personaggi
Al Museo, la sala della memoria
In questi giorni di commemorazione dei defunti, il Museo invita a visitare la sezione funeraria, con le tombe dei grandi personaggi

“A egregie cose il forte animo accendono / L’urne de’ forti, o Pindemonte; e bella / E santa fanno al peregrin la terra”, così scriveva Ugo Foscolo nella sua poesia più nota, Dei sepolcri, pubblicata nel 1807. Ancora oggi le sue parole conservano un significato forte: le tombe dei grandi personaggi sono lì, a spingerci a fare cose altrettanto grandi. Il senso delle “urne dei forti” cantate da Foscolo si può percepire al Museo. Per gli scultori dell’Ottocento, il mercato più grande era quello della realizzazione di tombe con busti-ritratto, statue, rilievi. Anche Vincenzo Vela viene spesso interpellato per svolgere lavori di questo tipo. Lungo tutta la sua carriera si trova a interpretare pressoché lungo la tematica funeraria. Tanto che una sala del Museo è dedicata proprio a questo tema.
Tra le opere, non mancano quelle con la figura simbolica dell’angelo. Come nel monumento funerario di Tito Pallestrini (1856), che ritrae un bambino vivace che apre le braccia, sollevato da un angelo, il primo modellato da Vincenzo Vela. Ma il capolavoro della sala è per molti l’Ecce Homo: un Cristo sofferente, dallo sguardo affranto, il corpo emaiato, distante dalla tradizionale potestà divina. Un’opera forte, sconvolgente per i canoni dell’epoca, che però emozionò a tal punto lo scrittore Angelo Scalabrini. “Tornando da Ligornetto – scrive in una lettera a Vela - ove cogli amici miei passai in sua compagnia un'ora indimenticabile, mi vennero fatti questi versi ispirati dal suo veramente divino Ecce Homo. Glieli accludo, illustre Signore non per il loro valore che è ben poco ma per significarle nel modo che meglio per me si può l'alto sentimento di ammirazione ispiratomi dal suo alto valore artistico e dalla sua modestia. (…) Ecco l'uomo; ma un nume in quel dolore / mi parla e dentro all'anima mi piove / una celeste soavità d'amore. (…)”

Allo stesso modo, le opere di Vela continuano a ispirare altri artisti. E a ricordarci che “il 2 novembre non è soltanto UN giorno della memoria: la memoria delle persone che si sono amate e che non ci sono più, ma che vivono nei ricordi di ognuno di noi, ogni giorno”.

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