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CANTONETre diamanti nel 2017 della musica ticinese

03.01.18 - 14:00
È stato un anno interessante per la scena locale: abbiamo selezionato tre lavori che ci sono piaciuti particolarmente
Tre diamanti nel 2017 della musica ticinese
È stato un anno interessante per la scena locale: abbiamo selezionato tre lavori che ci sono piaciuti particolarmente

LUGANO - È stato un 2017 molto interessante per la musica ticinese. Nuovi gruppi sono nati, numerosi artisti hanno pubblicato il proprio materiale e i numerosi concerti che si sono svolti sul territorio cantonale hanno dato modo alle formazioni locali di mettersi in mostra.

Negli scorsi mesi abbiamo ascoltato parecchi album interessanti. Ne abbiamo scelti quattro che rappresentano, a nostro modo di vedere, una selezione di quanto di buono gli artisti ticinesi hanno fatto in questo anno appena terminato. A partire da The Vad Vuc, che con Disco Orario hanno registrato probabilmente il punto più alto della loro carriera discografica. Cerno e compagni si sono fatti accompagnare in questo vero e proprio viaggio da una moltitudine di ospiti, locali e internazionali, riuscendo ad arricchire il loro stile peculiare con nuovi spunti e suggestioni, con un occhio molto attento al sociale. Un album maturo, il quinto della formazione momò, che ha ricevuto attenzioni anche al di là della frontiera (vedi Mario Luzzatto Fegiz sul Corriere della Sera e l'inserimento nella classifica Top 40 di Celtic Folk Punk dei Migliori album celtic punk rock del 2017).

Passiamo poi all'hip hop: nel panorama locale ci ha colpiti in modo particolare Mr. Gru con i suoi 70 kg di disco. Un lavoro impeccabile dal punto di vista produttivo, testimonianza della crescita di questo giovane rapper bellinzonese che ha saputo trasformare in "carburante artistico" le proprie esperienze personali. Un netto passo in avanti rispetto ai lavori precedenti, messo a punto - ci aveva spiegato durante un'intervista - come se fosse un piatto preparato da un grande chef e basato sull'equilibrio degli ingredienti: «25% contenuto, 25% interpretazione, 25% flow e il quarto restante metrica».

Poi ci sono i Rocky Wood: l'EP Ok, No Wait uscito in autunno e prodotto dall'etichetta ticinese On The Camper ha ricevuto ampi consensi, anche a livello internazionale. Cinque tracce che portano l'ascoltatore in un universo fluttuante delimitato dal suono della chitarra, nel quale ci si aggrappa alla voce di Romina Kalsi e ci si lascia trasportare. Un'evoluzione più elettrica rispetto al precedente "Shimmer" e che apre alla band grandi orizzonti.

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