Rispetto alla media nazionale, i reclami contro Volkswagen sono meno. Ma il prelievo illecito dell'Iva dal canone non è tollerato da nessuno
LUGANO - In un anno, più del doppio delle denunce e delle lamentele. Un po', le associazioni consumatori se le sono andate a cercare, ammette a tio.ch/20Minuti Laura Regazzoni Meli, segretaria generale Acsi. «Hanno dominato due grandi temi per cui era più facile annunciarsi, visto che abbiamo aperto delle piattaforme dedicate».
Billag, dieselgate: il 60% dei reclami se li sono presi loro, 19'097 casi la prima e 9'588 il secondo in tutta la Svizzera, su un totale di 48'219 segnalazioni contro le 20'661 del 2016, +133%. Il Ticino, dove «complessivamente sono state circa 2'200», si allinea al malcontento preponderante, ma con un interesse molto meno marcato per lo scandalo emissioni. «L'Iva del 2,5% prelevata illecitamente dal canone radiotelevisivo ha raccolto le rimostranze della maggioranza dei ticinesi, arrabbiati ancora di più davanti al rifiuto dell'Ufficio federale delle comunicazioni ad accettare la sentenza del Tribunale amministrativo federale. La gente si è rivolta a noi per riavere indietro quanto ha pagato in eccesso. Qualcuno in meno invece, rispetto alla media nazionale, vuole essere risarcito da Volkswagen».
In incremento anche i malumori legati a presunte pratiche commerciali scorrette: chi racconta di essere assillato per strada o sulla soglia di casa, da chi vuol vendergli qualcosa tutti costi; chi si sente truffato da siti poco trasparenti; chi – la maggioranza – non tollera il mancato rispetto dell'asterisco inserito nell'elenco, che dovrebbe tutelare da telefonate commerciali moleste. «L'anno scorso erano le prime in classifica. Quest'anno, con i filtri introdotti da Swisscom, il numero è in parte sceso. Per noi è stata una vittoria». Sale, invece, la preoccupazione per quel che riguarda la salute: 1'347 i dossier dedicati non solo a cassa malati, ma a prezzi dei farmaci e prestazioni specialistiche insoddisfacenti.