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ISRAELETeva in crisi, via 14mila posti

14.12.17 - 17:37
Il piano di tagli sarà spalmato sui prossimi due anni, i sindacati minacciano lo sciopero generale
Keystone / EPA
Teva in crisi, via 14mila posti
Il piano di tagli sarà spalmato sui prossimi due anni, i sindacati minacciano lo sciopero generale

TEL AVIV - Il colosso farmaceutico israeliano Teva ha in programma nei prossimi due anni un taglio del proprio personale di ben 14'000 unità (25% della forza lavoro) e per questo i sindacati hanno minacciato il ricorso allo sciopero generale per domenica se il piano non sarà ritirato.

Da tempo l'azienda è in crisi e non sono valsi a nulla gli interventi finora adottati. La stampa oggi ha attaccato l'azienda a cui - ha ricordato - sono stati dati miliardi dallo Stato. Teva ha circa 6'800 impiegati in Israele e 57'000 in tutto il mondo.

Il Ceo di Teva Kare Schultz ha definito i tagli «un piano comprensivo di riorganizzazione che è vitale per ristabilire la sicurezza finanziaria dell'azienda e la stabilità commerciale». «Abbiamo messo in atto - ha aggiunto - un immediato e determinato intervento per ridurre i costi di base della compagnia in tutte le sue operazioni globali di commercio in modo da diventare più efficienti e redditizi».

In seguito al piano annunciato il titolo della Teva in un solo giorno è risalito alla borsa di Tel Aviv del 15%. I sindacati in risposta hanno programmato lo sciopero generale nazionale che avrà effetti anche sui trasporti, aeroporto Ben Gurion compreso.

Il premier Benyamin Netanyahu è intervenuto chiedendo a Schultz di limitare i licenziamenti, mentre i politici di tutti gli schieramenti hanno attaccato l'azienda ricordando che questa ha beneficiato di circa 20 miliardi di shekel (5,6 miliardi di franchi) in deduzioni fiscali e pubblici sussidi.

La compagnia che un tempo era considerata «l'orgoglio nazionale» - dicono i media - è diventata una «passività che cammina», visto che molti dei piani e portafogli pensioni di tanti israeliani sono nello stock dell'azienda.

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