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SVIZZERAKOF aumenta le previsioni per il 2018

14.12.17 - 10:08
Il Pil dovrebbe salire del 2,3%. Prudenza, invece, riguardo al 2019
Keystone
KOF aumenta le previsioni per il 2018
Il Pil dovrebbe salire del 2,3%. Prudenza, invece, riguardo al 2019

ZURIGO - Gli esperti del Centro di ricerca congiunturale del Politecnico di Zurigo (KOF) sono un po' più ottimisti per l'economia svizzera nel 2018: il prodotto interno lordo (PIL) dovrebbe salire del 2,3%, contro il +2,2% previsto in autunno. Per il 2019 correggono però le stime da un +1,9 a un +1,7%.

La congiuntura mondiale si sta sviluppando in maniera robusta, influendo positivamente su quella elvetica, scrive il KOF in un comunicato odierno. Ne traggono profitto le esportazioni - che l'anno prossimo dovrebbero progredire del 6,2% e quello seguente del 4,3% -, e anche gli investimenti in beni strumentali aumenteranno, del 4,4% nel 2018 e dell'1,9% nel 2019.

L'evoluzione favorevole dovrebbe riflettersi positivamente sul mercato del lavoro, con un ulteriore incremento degli occupati (2018: +1,2%, 2019: +1%) e un tasso di disoccupazione in calo. Entro inizio 2019 esso dovrebbe scendere al 2,9% per i disoccupati registrati e al 4,5% in base agli standard dell'Organizzazione internazionale del lavoro (ILO). I salari nominali dovrebbero salire dello 0,7% nell'anno alle alle porte e dell'1% in quello seguente.

L'inflazione dovrebbe attestarsi allo 0,5% nel prossimo biennio; i consumi delle economie private progrediranno dell'1,6% nel 2018 e dell'1,5% nel 2019, mentre quelli pubblici dovrebbero raffreddarsi un po', a un +1,2% rispettivamente a un +0,6%.

Il tasso di cambio con l'euro dovrebbe restare stabile a quasi 1.17 franchi fino alla fine del 2019. L'era dei tassi d'interesse negativi dovrebbe lentamente concludersi: gli esperti del KOF ritengono che già nel 2018 i tassi a lungo termine dovrebbero aumentare e nel corso del 2019 i tassi a corto termine, ancora negativi, dovrebbero pian piano essere rivisti al rialzo. Una riduzione attiva dell'elevata somma di bilancio della Banca nazionale svizzera non è però ancora attesa nei prossimi due anni.

La prudenza per il 2019 viene spiegata con il crescente sovrasfruttamento dei fattori di produzione nelle economie sviluppate e con la riduzione degli impulsi fiscali in Cina.

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