Il sistema ha mostrato limiti evidenti, ma ci sono voluti due anni di negoziati
BRUXELLES - Dopo due anni di negoziati, è stato raggiunto un accordo tra le istituzioni Ue sul giro di vite al sistema delle omologazioni, che ha mostrato tutti i suoi limiti con lo scandalo del 'Dieselgate'.
Nonostante i molti tentativi di annacquamento, le misure finali sono riuscite a mantenere almeno l'impostazione di base chiesta dalla Commissione Ue, che prevede più controlli a livello europeo, ispezioni, multe e soprattutto conferisce maggiori poteri a Bruxelles su tutti questi aspetti.
«Accolgo con favore che gli elementi chiave della nostra proposta siano stati mantenuti, inclusa una reale supervisione Ue e poteri di esecuzione» grazie a cui «in futuro la Commissione sarà in grado di condurre controlli sulle auto, far scattare richiami a livello Ue e imporre multe fino a 30mila euro per auto quando viene violata la legge», ha spiegato la commissaria Ue al mercato interno Elzbieta Bienkowska.
Le nuove regole, dopo l'ok formale di Parlamento e Consiglio, saranno direttamente applicabili e diventeranno obbligatorie dal primo settembre 2020.