Cerca e trova immobili

CONFEDERAZIONEScommettiamo sullo status quo?

12.09.16 - 12:28
La Bns non dovrebbe cambiare la sua politica monetaria: secondo gli esperti, non ce n'è ragione
Scommettiamo sullo status quo?
La Bns non dovrebbe cambiare la sua politica monetaria: secondo gli esperti, non ce n'è ragione

ZURIGO - La Banca nazionale svizzera (BNS) presenta giovedì le sue analisi sulla situazione politica e monetaria e gli esperti puntano sullo status quo: non vi sono infatti ragioni per un cambio di strategia.

La BNS, secondo gli economisti, può sempre fare annunci a sorpresa, come nel gennaio del 2015 quando venne abbandonata la soglia minima di cambio con l'euro, ma allo stato attuale è poco probabile che ciò avvenga. I recenti sviluppi internazionali non offrono spunti per un rafforzamento dell'attuale regime di tassi negativi e la leggera crescita del pil svizzero nel secondo trimestre non giustifica una stretta.

La BNS, afferma il capo economista di UBS Daniel Kalt, non ha motivo di cambiare linea, un'opinione che è condivisa da una trentina di specialisti consultati dall'agenzia reuters. Il "regime di crisi" adottato venti mesi fa dovrebbe quindi prolungarsi.

Secondo Kalt la BNS non aumenterà il tasso Libor a tre mesi prima della fine del 2017. Per un eventuale aumento bisognerà peraltro che si delinei una vigorosa crescita in Europa e negli Stati Uniti, condizioni necessarie per permettere alla Fed americana di rialzare progressivamente i tassi e alla Banca europea BCE di mettere fine al suo programma espansivo.

Kalt, l'esperto della Banca cantonale di Zurigo Claude Zehnder, così come il collega di Credit Suisse Maxime Botteron, affermano inoltre che le imminenti elezioni presidenziali americane non avranno ripercussioni in termini di politica monetaria. L'ascesa di Donald Trump alla Casa Bianca potrebbe contribuire ad aumentare l'instabilità, secondo Botteron, ma la parola finale spetterà comunque alla Fed.

Secondo i tre economisti è inoltre probabile che la BNS dovrà mantenere la sua "politica monetaria di crisi" ancora a lungo. L'istituto potrebbe certo inasprire ulteriormente i tassi negativi, ma in tal caso aumenterebbe il rischio che le conseguenze del giro di vite vadano a ricadere sui piccoli risparmiatori, ciò che comporterebbe un processo di tesaurizzazione e un indebolimento del sistema finanziario.

Daniel Kalt si dice convinto che la BNS deciderà simili misure solo in caso di estrema necessità. Ma uno scenario del genere non si profila all'orizzonte, almeno per ora: "la Brexit, secondo l'esperto di UBS, dimostra che il concetto di banca nazionale funziona anche in situazioni difficili".
 
 

Entra nel canale WhatsApp di Ticinonline.
COMMENTI
 
NOTIZIE PIÙ LETTE