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SVIZZERARivoluzione a Zurigo: gli scambi elettronici debuttarono 20 anni fa

17.08.16 - 16:46
L'ultimo giorno di negoziazioni a chiamata fu il 16 agosto 1996, chiudendo un'era iniziata 146 anni prima
Rivoluzione a Zurigo: gli scambi elettronici debuttarono 20 anni fa
L'ultimo giorno di negoziazioni a chiamata fu il 16 agosto 1996, chiudendo un'era iniziata 146 anni prima

ZURIGO - Rivoluzione vent'anni fa alla Borsa svizzera: come primo mercato azionario al mondo passò a un sistema interamente elettronico per la negoziazione, l'esecuzione e la custodia di titoli.

Dalla metà del XIX secolo - le prime contrattazioni si tennero nel 1850 a Ginevra, allora la maggiore piazza finanziaria della Svizzera - il mondo azionario elvetico era caratterizzato da operatori che si offrivano a vicenda, gridando, azioni e obbligazioni in un ring. Oggi non se ne trovano più nella sede della Borsa svizzera nel centro di Zurigo: ormai ognuno opera dai locali della banca per cui lavora.

I limiti del sistema a chiamata emersero durante la crisi cubana del 1962, la quale comportò un declino dei corsi borsistici, ricordano Richard T. Meier e Tobias Sigrist nel loro libro "Der helvetische Big Bang. Die Geschichte der SWX Swiss Exchange" (2006). Per aumentare le capacità si parlò di un'automatizzazione delle contrattazioni e la costruzione di una nuova Borsa.

All'epoca in Svizzera si contavano sette mercati: i tre grandi a Zurigo, Ginevra e Basilea e quattro più piccoli a Losanna, Berna, Neuchâtel e San Gallo. Nella città sulla Limmat le conseguenze della crisi cubana condussero nel 1968 a un primo tentativo di utilizzo di un computer per fissare i corsi d'apertura. L'iniziativa, allora rivoluzionaria, fornì però risultati insoddisfacenti.

All'inizio degli anni Ottanta la pressione aumentò: in quel periodo le aziende iniziarono sempre più a finanziarsi attraverso il mercato dei capitali. Inoltre entrarono in auge i derivati. La conseguenza: un forte aumento dell'emissione di titoli che sui mercati condusse a strettoie in termini di capacità.

Il "lunedì nero" del 19 ottobre 1987 - quando i mercati mondiali subirono un'improvvisa discesa del valore dei titoli quotati - mostrò i limiti del sistema a chiamata: gli usuali orari delle negoziazioni furono prolungati di svariate ore, inoltre per molti titoli non c'erano corsi perché le contrattazioni venivano ripetutamente sospese a causa di eccessi al ribasso o al rialzo.

«Per quanto impopolare fosse tra certe banche, l'enorme crescita dei volumi, l'estensione degli orari di negoziazione e l'avvio della contrattazione di opzioni resero inevitabile il passaggio alla Borsa elettronica», ha riferito l'ultimo commissario della Borsa zurighese Josef Brem alla "Finanz und Wirtschaft".

Dalla metà degli anni Ottanta la collaborazione tecnologico-organizzativa tra le sette piazze elvetiche fu istituzionalizzata e nel 1991 cessò il sistema a chiamata nelle quattro più piccole.

Il 26 maggio 1993 fu fondata la Borsa svizzera (oggi denominata SIX), che in seguito riunì i mercati di Zurigo, Ginevra e Basilea. Essa rilevò anche la borsa dei derivati Soffex (Swiss Options and Financial Futures Exchange).

Dopo anni di sviluppo, l'8 dicembre 1995 approdò in Svizzera l'era elettronica; in un primo tempo fu però limitata alla contrattazione di azioni estere, che rappresentavano meno del 5% del volume di scambio totale. Una novità a livello mondiale non priva di rischi: il sistema era ancora instabile. Dopo ulteriori migliorie, all'inizio dell'agosto 1996 fu la volta delle azioni ed opzioni svizzere, due settimane più tardi seguirono le obbligazioni. L'ultimo giorno di negoziazioni a chiamata fu il 16 agosto 1996, chiudendo un'era iniziata 146 anni prima.

In seguito il numero di accessi al nuovo sistema crebbe esponenzialmente così che presto gli operatori furono di nuovo confrontati a problemi di capacità. Già nel 1999 fu necessario aumentarla da 12 a circa 200 accessi al secondo. Stando al portavoce di SIX, Stephan Meier, il sistema attuale è in grado di eseguire oltre 27'000 transazioni al secondo.

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