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SVIZZERA"Le banche centrali non tardino ad alzare i tassi"

06.12.15 - 19:16
Il monito che arriva dalla Banca dei regolamenti internazionali non è per niente insolito
"Le banche centrali non tardino ad alzare i tassi"
Il monito che arriva dalla Banca dei regolamenti internazionali non è per niente insolito

BASILEA - I tassi d'interesse hanno raggiunto minimi "impensabili" e le banche centrali non devono farsi dissuadere dall'alzarli a causa dei timori di creare volatilità nei mercati globali immersi nella loro "calma inquieta".

Il monito che arriva dalla Banca dei regolamenti internazionali (Bri) non è per niente insolito - l'istituto di Basilea da tempo avverte dei rischi di una bolla favorita dall'enorme liquidità internazionale.

Ma a poco più di una settimana dalla riunione della Fed che dovrebbe decidere il primo aumento dei tassi in nove anni, ha il sapore di un 'endorsement' a una stretta dei tassi Usa e di un invito a mettere da parte i timori per il suo impatto immediato, di fronte ai rischi creati dal prolungare una situazione pericolosa.

Primo fra tutti, di fronte a una stretta monetaria negli Usa, c'è il timore per la Cina, che sta cercando di pilotare un "atterraggio morbido" dalla fortissima crescita nella quale, secondo alcuni, si cela una bolla creditizia e immobiliare preoccupante.

Ma la situazione di tensione che si è creata, con miliardi d'investimenti spinti dai tassi a zero, "a un certo punto va risolta", dice Claudio Borio, responsabile del Dipartimento economico e monetario della Bri, nel suo studio trimestrale intitolato proprio alla "calma inquieta" con cui gli investitori attendono la mossa della Fed. "I mercati possono restare calmi per molto più di quanto pensiamo. Fino a quando non ce la fanno più".

Il messaggio va dritto a Washington, dove la banca centrale ha esitato ad alzare i tassi quest'anno, rinviando continuamente il momento del 'liftoff' per i timori suscitati dopo che il 'tapering', il rientro graduale degli acquisti massicci di bond partito durante la grande crisi del 2008. Ma la Bri è convinta che se non si comincia a frenare adesso, i rischi rischiano di diventare troppo grandi. La decisione della Fed arriverà il 16 dicembre ed è inevitabile che la Bri parli soprattutto a Washington.

E, a ricaduta, a Pechino e a tutti gli altri paesi emergenti da anni adagiati sul credito facilissimo in dollari concesso dai tassi Usa a zero. Ma lo studio della "banca centrale delle banche centrali" a Basilea interesserà molti anche in Europa, dove la scorsa settimana la Bce ha tagliato il tasso sui depositi, ormai diventato il parametro principale, ancor più sotto zero a -0,30% allungando il suo programma di acquisto dei bond.

Una decisione accolta con una forte correzione negativa degli investitori che si aspettavano ancora più, a dimostrazione, secondo Borio, che "i mercati continuano ad essere insolitamente sensibili a qualsiasi parola e decisione delle banche centrali".

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