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COREA DEL NORDKim apre al dialogo, ma non sul nucleare

09.01.18 - 20:56
Pyongyang ha chiarito che le testate atomiche e i missili balistici hanno per target gli Stati Uniti, non Paesi come Corea del Sud, Cina e Russia
Keystone
Kim apre al dialogo, ma non sul nucleare
Pyongyang ha chiarito che le testate atomiche e i missili balistici hanno per target gli Stati Uniti, non Paesi come Corea del Sud, Cina e Russia

PYONGYANG - Donald Trump ha rivendicato la svolta dialogante di Capodanno del leader nordcoreano Kim Jong-un, sfociata oggi nel primo dialogo intercoreano degli ultimi due anni, come frutto della fermezza della posizione Usa e dell'efficacia delle sanzioni in ambito Onu.

Ma il Rodong Sinmun, quotidiano del Partito dei Lavoratori della Corea del Nord, ha rispedito al mittente le attribuzioni indebite di meriti di chi invece destabilizza minacciosamente la penisola ricordando che «le vicende coreane devono essere gestite e decise dalla gente coreana».

Nel discorso alla nazione di Capodanno, Kim ha offerto il ramoscello d'ulivo a Seul dicendo che Nord e Sud «dovrebbero lavorare insieme per allentare le acute tensioni militari e creare un pacifico ambiente nella penisola coreana». Il gesto conciliante, abbinato al consolidamento del potere sul fronte interno, alla capacità dimostrata di avere un valido potenziale nucleare e missilistico di deterrenza, può segnalare la volontà del leader di essere pronto a riguadagnare il pubblico sostegno anche sul fronte internazionale, spezzando l'isolamento.

«È come se avesse voluto dimostrare, dopo aver messo al sicuro il Paese da quella che considera la politica ostile Usa, di essere pronto a una nuova fase», ha commentato all'agenzia di stampa italiana ANSA un analista esperto in vicende nordcoreane di Pechino. «Questo tuttavia significa che si sta muovendo con fiducia e confidenza e non per il desiderio di gettare le basi di un negoziato sulla denuclearizzazione». Almeno, «non in temi rapidi».

Non a caso Ri Son-gwon, a capo della delegazione del Nord nel dialogo alla Peace House di Panmunjom, ha espresso oggi disappunto sul tentativo di discussione sul nucleare nella dichiarazione finale, chiarendo che le testate atomiche e i missili balistici hanno per target gli Usa, non Paesi come Corea del Sud, Cina e Russia. «Gli Stati Uniti non potranno mai intraprendere una campagna militare contro di me e la nostra nazione», aveva scandito Kim in termini inequivocabili a Capodanno.

La Cina, per ora, è riuscita a raffreddare le tensioni e a respingere con la tregua olimpica le turbolenze e le tensioni delle politiche dell'amministrazione Trump, ma resta da capire le mosse post PyeongChang delle parti. Il ramo d'ulivo porta a Seul i rischi di un negoziato diretto con Pyongyang, interessata a opzioni per compensare le aspre sanzioni. Un'insidia sulla tenuta dei rapporti con l'alleato americano.
 
 

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