«A Bruxelles la parola 'rimpatrio' viene adoperata in modo clinico, fuori dal suo contesto» rileva Ben Lewis dell'Ufficio dell'Alto commissario per i diritti umani
BRUXELLES - «I rimpatri su larga scala sono il segno di un sistema di gestione delle migrazioni fallito. Il segnale che qualcosa è andato male». Così Ben Lewis dell'Ufficio dell'Alto commissario per i diritti umani, in un'audizione alla commissione Libertà civili (Libe) del Parlamento europeo, commentando il «rinnovato focus dell'Unione europea sulla politica dei rimpatri».
«A Bruxelles la parola 'rimpatrio' viene adoperata in modo clinico, fuori dal suo contesto». Perché «volontario o forzato, quello dei rimpatri è un processo violento per chi lo subisce», avverte. La parola rimpatrio è un «eufemismo per espulsione di persone indesiderate», accusa.