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LIBANOPresto svelato il mistero di Saad Hariri

21.11.17 - 20:02
Il primo ministro inconterà domani il presidente della Repubblica Michel Aoun per confermare o meno le dimissioni annunciate in modo inconsueto il 4 novembre dall'Arabia Saudita
Keystone
Presto svelato il mistero di Saad Hariri
Il primo ministro inconterà domani il presidente della Repubblica Michel Aoun per confermare o meno le dimissioni annunciate in modo inconsueto il 4 novembre dall'Arabia Saudita

BEIRUT - Ancora poche ore e i libanesi vedranno svelato - forse - il mistero della più strana crisi politica che il Paese abbia vissuto. Entro domani, infatti, il primo ministro Saad Hariri sarà a Beirut, dove parteciperà alle celebrazioni per il 74o anniversario dell'indipendenza e incontrerà il presidente della Repubblica Michel Aoun per confermare o meno le dimissioni annunciate in modo inconsueto il 4 novembre dall'Arabia Saudita.

Hariri, che è partito oggi da Parigi e ha fatto sosta al Cairo per incontrare il presidente egiziano Abdel Fattah al Sisi, arriverà in una Beirut tappezzata di sue fotografie, anche nei quartieri a lui non amici, da quando si è fatta strada negli ambienti politici la convinzione che le autorità di Riad lo tenevano prigioniero.

La voce, a cui ha dato credito lo stesso Aoun, è stata smentita con forza da Hariri, che sabato ha lasciato l'Arabia Saudita dopo due settimane ed è arrivato a Parigi su invito del presidente Emmanuel Macron. È stata proprio la ex potenza coloniale ad assumere, secondo la stampa libanese con l'aiuto dell'Egitto, il ruolo di mediatore per cercare una via d'uscita alla crisi, che ha investito un governo in carica da soli dieci mesi.

Hariri ha motivato le sue dimissioni con le violazioni del movimento sciita Hezbollah, alleato dell'Iran e impegnato nella guerra in Siria e in altri Paesi della regione, degli accordi per la dissociazione dai conflitti in Medio Oriente sulla base dei quali era nato il suo esecutivo. Il presidente Aoun ha fatto sapere di non potere accettare dimissioni annunciate in un Paese straniero, che è il principale rivale dell'Iran nella regione, e ha chiesto al premier di tornare per confermarle o meno, o «eventualmente per discutere delle ragioni» che le hanno determinate.

Dopo avere incontrato Macron sabato a Parigi, Hariri ha detto che avrebbe parlato di tali questioni in Libano. Ma non è chiaro se confermerà la sua decisione. Gli osservatori e fonti diplomatiche ipotizzano due scenari: conferma delle dimissioni o apertura di trattative per formare un nuovo esecutivo, forse anche solo per traghettare il Paese fino alle elezioni politiche previste in maggio.

Da Roma oggi il patriarca dei cattolici maroniti libanesi, cardinale Beshara al Rai, che la settimana scorsa ha incontrato a Riad Hariri, ha detto che il premier «è anche pronto a ritirare le dimissioni» se a Beirut troverà un «clima positivo per un certo compromesso». E all'esplicita domanda del patriarca su un eventuale nuovo incarico di formare il governo, Hariri - afferma il cardinale - ha risposto: «Sì, accetterò, con la speranza di poter andare avanti per una nuova visione di vita politica».

Nel tradizionale messaggio per l'anniversario dell'indipendenza, intanto, il capo delle forze armate, generale Joseph Aoun, ha chiesto alle sue truppe il massimo di «allerta e vigilanza nella eccezionale situazione politica che il Libano attraversa».

Il generale ha esortato i suoi uomini a continuare a combattere il crimine organizzato, le cellule terroristiche e ad essere «pienamente preparati al confine meridionale per affrontare le minacce e le violazioni da parte del nemico israeliano. Siete chiamati a rimanere vigili - ha aggiunto - per assicurare l'applicazione della risoluzione 1701 (dell'Onu) in stretto coordinamento e in cooperazione con l'Unifil».

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