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«Trattato come un serial killer. Questa non è politica»

BELGIO / SPAGNA«Trattato come un serial killer. Questa non è politica»

11.11.17 - 19:58
Parla il deposto presidente della Catalogna Carles Puigdemont. Nel frattempo una marea di 750mila persone marcia per le strade di Barcellona chiedendo la liberazione dei detenuti politici
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«Trattato come un serial killer. Questa non è politica»
Parla il deposto presidente della Catalogna Carles Puigdemont. Nel frattempo una marea di 750mila persone marcia per le strade di Barcellona chiedendo la liberazione dei detenuti politici

BRUXELLES / BARCELLONA - «Essere trattato come un criminale, un trafficante di droga, un pedofilo o un serial killer: questo è un abuso»: così il presidente deposto della Catalogna Carles Puigdemont in un'intervista a Sky News da Bruxelles ripresa dalla stampa catalana.

«Questa non è politica, è usare i tribunali per fare politica» ha aggiunto. Puigdemont ha detto ancora di «non essere un ribelle»: «Ho solo voluto applicare quello che il mio parlamento ha deciso».

Una marea umana - Nel frattempo, nel pomeriggio a Barcellona circa 750mila persone hanno partecipato alla grande manifestazione convocata dalle due grandi organizzazioni indipendentiste Anc e Omnium. La marea umana si è snodata fra la Sagrada Familia e il mare: in prima linea le famiglie degli 8 ministri di Carles Puigdemont e dei 'due Jordi', leader delle due principali organizzazioni indipendentiste, incarcerati dalla giudice Carmen Lamela per ribellione' e 'sedizione', per avere portato avanti pacificamente il progetto politico dell'indipendenza catalana.

Una marcia segnata da momenti di emozione, quando decine di migliaia di persone hanno acceso le luci dei cellulari girandoli verso il cielo creando un fiume bianco in omaggio ai 10 in carcere. O quando è esploso il grido «Puigdemont, nostro presidente» ripreso mano a mano dal serpente di gente lungo 3,3 chilometri.

La marcia interviene a soli 15 giorni dalla dichiarazione di indipendenza votata dal parlamento di Barcellona, in un quadro di devastazione istituzionale: il Govern indipendentista è stato destituito dal premier spagnolo Mariano Rajoy con i poteri speciali dell'art. 155 della Costituzione, il parlamento è stato chiuso, Puigdemont e 4 ministri sono in esilio a Bruxelles inseguiti da mandati di arresto e richiesta di estradizione. Il vicepresidente Oriol Junqueras e 7 ministri sono in carcere. La presidente del parlamento Carme Forcadell è stata arrestata giovedì e rimessa in libertà il giorno dopo dietro pagamento di una cauzione di 150 mila euro. E su consiglio dei suoi avvocati non ha partecipato alla marcia. Rischia, come i 10 "detenuti politici" e lo stesso Puigdemont, 30 anni di carcere.

«Siamo un monito per tutti», ha scritto dal carcere ai manifestanti Junqueras: «"Se non vi sottomettete rovineremo le vostre vite"». Il Pp di Rajoy - ha accusato - è «erede del franchismo» con la «vergognosa complicità del Psoe», «noi siamo il vento, il vento della libertà». In un video da Bruxelles Puigdemont ha lanciato un appello «a tutti i democratici del mondo» perché accorrano in aiuto della Catalogna.

Nell'esilio belga come nelle carceri madrilene e nei palazzi della politica catalana, tutti ora si preparano alla grande sfida nelle urne del 21 dicembre. Erc, il primo partito catalano secondo i sondaggi, ha deciso oggi di andare al voto da solo, con Junqueras capolista, e 5 ministri detenuti o in esilio candidati.

Puigdemont a Bruxelles prepara con i leader del Pdecat, Artur Mas e Marta Pascal, una 'Lista del Presidente' con gli altri ministri esuli o in carcere. Podemos e En Comù del sindaco di Barcelona Ada Colau hanno lanciato oggi la lista che dovrebbe inserirsi fra unionisti e indipendentisti, forse come ago della bilancia, che guiderà Xavier Domenech. Il campo unionista è pronto, i socialisti con Miquel Iceta, Ciudadanos con Ines Arrimada. E domani Rajoy sarà a Barcellona per lanciare il capolista Pp Xavier Albiol nel primo viaggio in Catalogna da quando ne ha decapitato le istituzioni.
 
 

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COMMENTI
 

lo spiaggiato 6 anni fa su tio
Oppoverino, adesso dobbiamo sopportarci altri pianti di questo pusillanime... che lagna!...

tip75 6 anni fa su tio
ha ragione,la spagna e l europa si comportano come paesi con regimi di 100 anni fa con il loro popolo, della serie o fai come dico io o fai come piace a me.. la democrazia non esiste più, nemmeno qua da noi dove ormai il politico e’ un bigolone che bada a riempirsi solo le sue tasche con ogni mezzo, vi meravigliate della Catalogna?qua non abbiamo gli attributi perché quello che fa il nostro consiglio federale con le nostre votazioni da anni e’ anticostituzionale conpreso vendersi il segreto bancario, ruffiani

Um999 6 anni fa su tio
Quindi quello che ha fatto lui è politica? Scindere una parte di uno stato è politica? Andare contro le leggi di uno stato è politica? Boh forse io non saprò la storia o meglio non saprò interpretare le vicende attuali sotto la luce chiara, ma se per un attimo ogni presidente della propria regione, cantone, Land o quale sia il nome che gli si dà a secondo dello stato che si appartiene, e si sente nel giusto di intraprendere un referendum per la scissione e dichiaralo valido anche contro le leggi, boh ... dategli voi un nome ... per me si avvicina molto ad un attacco allo stato ...

JMC 6 anni fa su tio
"Llora como un niño lo que no supiste defender como un hombre" Piangi come un bambino ciò que non hai saputo difendere da uomo
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