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SPAGNAPuigdemont: «Pronto a candidarmi dall'estero. Maltrattati gli arrestati»

03.11.17 - 18:52
Il giudice prepara un mandato per il presidente catalano destituito. A Bruxelles piccola manifestazione
Keystone
Puigdemont: «Pronto a candidarmi dall'estero. Maltrattati gli arrestati»
Il giudice prepara un mandato per il presidente catalano destituito. A Bruxelles piccola manifestazione

BARCELLONA - Il presidente catalano destituito, Carles Puigdemont, si è detto essere pronto a candidarsi alle elezioni del 21 dicembre, anche dall'estero. Lo ha dichiarato lui stesso in un'intervista alla tv pubblica belga RTBF.

Puigdemont in passato aveva detto che non si sarebbe ricandidato al termine del suo mandato, che evidentemente non ha completato.

«Posso fare campagna da qualunque parte, visto che viviamo in una società globalizzata», ha aggiunto l'ex President nell'anticipazione di un'intervista esclusiva che andrà in onda questa sera.

Puigdemont ha inoltre spiegato che la Catalogna deve avere «un governo legittimo che sia al riparo dai rischi della giustizia spagnola, che non può garantire niente». «C'è bisogno di continuità» nel governo catalano, e le elezioni «devono svolgersi nel modo più normale possibile». Ma «non è con un governo in prigione che queste elezioni saranno indipendenti, neutrali, normali».

Puigdemont, pronto a consegnarmi a giustizia belga - Puidgemont si è detto disposto a consegnarsi «alla vera giustizia (quella belga), ma non alla giustizia spagnola. Non sono fuggito, ma è impossibile prepararsi bene (alla difesa)», ha aggiunto, spiegando di essere andato a Bruxelles per evitare un'ondata di violenza: «La violenza non è mai stata un'opzione per noi».

Il giudice prepara un mandato - La giudice spagnola Carmen Lamela, che ieri ha ordinato l'arresto di otto membri del governo catalano, lavora al mandato di arresto europeo per il presidente regionale Carles Puigdemont e i quattro ministri che lo accompagnano nell'esilio di Bruxelles, riferisce la stampa spagnola.

Secondo TV3 il ritardo nell'emissione del mandato potrebbe essere dovuto alla ricerca di argomenti per convincere la giustizia belga. Diversi giuristi catalani e spagnoli ritengono infondata l'accusa di "ribellione" accettata da Lamela.

Puigdemont denuncia maltrattamenti arrestati - In un messaggio diffuso su Twitter il presidente catalano Carles Puigdemont ha denunciato "maltrattamenti" subiti da membri del suo governo regionale arrestati ieri sera a Madrid. «Membri del governo catalano detenuti dalle autorità spagnole denunciano maltrattamenti durante il trasferimento in prigione», ha scritto.

A Bruxelles piccola manifestazione per Puigdemont - Una manifestazione a sostegno del leader separatista catalano è in corso nella rotonda che separa la sede della Commissione europea da quella del Consiglio. Una quarantina di persone ha portato bandiere della Catalogna e intona slogan a sostegno dei politici arrestati.

«Maltrattati e insultati», la prima notte in galera - Un solo timore. Essere trattati male, in maniera inaccettabile, dalla polizia spagnola, e le prime avvisaglie ci sono state subito, come confermato dal presidente destituito Carles Puigdemont su twitter: "membri del governo catalano detenuti dalle autorità spagnole denunciano maltrattamenti durante il trasferimento in prigione".

Secondo le immagini in diretta della Reuters ieri sera, riprese oggi da La Vanguardia, tre agenti hanno insultato l'ex vicepresidente Oriol Junqueras, chiamandolo "orsetto" vista la corpulenza, mentre saliva sul cellulare, e soprattutto prospettandogli momenti difficili in carcere: "Lo metteranno a quattro zampe...", si sono detti.

Fuori dal carcere di Estremera, ad una settantina di chilometri da Madrid, il legale di Junqueras e di altri consiglieri, Andreu Van den Eynde, non ha avuto dubbi: gli otto carcerati ora stanno bene, sono sereni e affrontano la prova con fermezza. Il momento più difficile, sottinteso il più pericoloso, è stato il loro trasferimento, durato oltre un'ora, nel cellulare della Guardia Civil.

Le condizioni "non sono state adeguate", ha detto, in quanto è "uno spazio di grande impunità in caso di comportamenti per nulla regolari di trattamento e maltrattamento dei detenuti o prigionieri". Cioè sarebbero stati molestati, come denunciato da Bruxelles da Puigdemont.

Giacca ma niente cravatta, viso scavato perché non è riuscito praticamente a dormire. Dallo stesso carcere - isolato in una sorta di deserto a sud della capitale - è uscito oggi l'ex consigliere Santi Vila, dimessosi alla vigilia della dichiarazione d'indipendenza, e per questo trattato meglio dalla magistratura, che lo ha lasciato libero in cambio di una cauzione di 50mila euro, versata oggi dopo una notte in carcere.

Le sua parole, nonostante qualche tono positivo, sottolineano la difficoltà del momento. "Sia io sia i miei compagni siamo molto sereni. Penso abbiano preso misure sproporzionate. Spero porremo un termine a questa situazione così terribile". E poi, dopo aver lanciato un appello al dialogo al premier Mariano Rajoy e ai partiti politici, prosegue così: "La soluzione non può essere che politica", si ponga un termine ad una situazione "così terribile che si conclude con dei politici incarcerati. Essere privati di libertà è una sensazione molto estrema".

Il carcere di Estremera, che ospita i sei consiglieri uomini, è molto moderno ed era stato definito, in maniera esagerata secondo la stampa spagnola "un carcere a cinque stelle" alla sua inaugurazione nel 2008. Quello di Alcalà Meco, dove sono incarcerate le due donne, è meno recente, ma offre condizioni migliori, essendo solo femminile e quindi meno 'violento'.

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