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STATI UNITITrump vince, e la satira gongola

20.11.16 - 18:57
Soprattutto quella dello storico Saturday Night Live ma "The Donald" non ci sta
Trump vince, e la satira gongola
Soprattutto quella dello storico Saturday Night Live ma "The Donald" non ci sta

NEW YORK - La vittoria di Donald Trump ha colto di sorpresa l'America e il mondo. Ha spiazzato i media. E ispirato la satira e la parodia, con le imitazioni del presidente eletto che spopolano, e conferenze stampa in cui finti Trump incantano con le teorie più bizzarre sui temi cavalcati dal tycoon durante la campagna elettorale.

Il Saturday Night Live, la campagna elettorale comica sul piccolo schermo, è divenuto uno dei programmi da seguire. E l'ultimo episodio andato in onda non ha deluso le attese. A criticarlo è stato però Trump che, su Twitter, lo ha definito uno show «non obiettivo, che racconta un solo lato delle cose».

Il comico Alec Baldwin è tornato a vestire i panni di Trump per la prima volta dalla sua vittoria (anche se aveva dichiarato che non lo avrebbe più fatto), dipingendo un presidente-eletto impreparato alla nuova realtà e meno sicuro del solito.

Baldwin-Trump riceve nel suo studio prima la finta Kellyanne Conway, la manager della sua campagna, poi un generale che gli chiede i suoi piani segreti per sconfiggere l'Isis. Trump ascolta e, una volta da solo, cerca su Google cosa è l'Isis e chiede a Siri come sconfiggerlo. Arriva poi il finto Mitt Romney.

La girandola di incontri si chiude con il vice-presidente eletto Mike Pence. «Sono stato a Broadway a vedere Hamilton. Ho ricevuto una lezione gratis», dice il finto Pence riferendosi al cast dello show che gli si è rivolto esprimendo le sue paure.

Trump su Twitter è tornato anche oggi a chiedere al cast di presentare le sue scuse al vice presidente. Pence, invece, ha cercato di smorzare le critiche, dicendosi «non offeso» e invitando tutti ad andare allo spettacolo.

Fra le satire e la parodia alcune sono talmente reali da sembrare vere. È il caso della finta conferenza stampa di Trump, che annuncia di voler rimuovere la Statua della Libertà perché incita all'immigrazione. Lady Liberty potrebbe - dice il finto Trump - essere sostituita da una statua di Melania, «un'immigrata che non vuole altri immigrati».

Il finto-Trump continua: «Ho sempre vissuto a New York e non sono mai andato a visitarla. Chi ci va? Nessuno» dice. Ogni giorno centinaia di persone trascorrono ore in fila per visitare la Statua della Libertà, sottoponendosi ad accurati controlli di sicurezza.
 

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