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ITALIAScandalo a Como, vietata la colazione per i senzatetto, il sindaco: «È stata un'incomprensione»

20.12.17 - 14:36
Ha suscitato molto clamore l'episodio dei volontari comaschi ai quali è stato impedito di dare la prima colazione a un gruppo di clochard
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Scandalo a Como, vietata la colazione per i senzatetto, il sindaco: «È stata un'incomprensione»
Ha suscitato molto clamore l'episodio dei volontari comaschi ai quali è stato impedito di dare la prima colazione a un gruppo di clochard

COMO - «È stata un'incomprensione tra polizia locale e volontari, non ci sto a passare per il sindaco cattivo d'Italia e se la città me lo chiede sono pronto a dimettermi». Il sindaco di Como, Mario Landriscina, medico rianimatore, eletto sei mesi fa a capo di una coalizione di centrodestra, sceglie la linea della difesa accorata dopo l'episodio del gruppo di volontari che l'altra mattina non hanno potuto dare la colazione ai clochard accampati sotto un portico.

Sull'episodio però restano due versioni contrastanti e inconciliabili: per i volontari, sono stati i vigili a impedire loro di dare la colazione ai senzatetto, minacciando multe sulla base della recente ordinanza anti-accattonaggio; per l'amministrazione comunale, è invece tutto frutto di un equivoco. Oggi, il comandante della polizia locale, Donatello Ghezzo, ha definito l'intervento dei vigili «senza volontà punitive. È nato un malinteso. Il vigile non ha vietato nulla e non ha minacciato multe, ma ha fatto presente che c'era divieto di bivacco e che sarebbe stato opportuno spostarsi altrove. A quel punto il volontario ha desistito».

Resta il fatto che l'episodio ha spaccato in due l'opinione pubblica. Contro l'operato dei vigili e del sindaco sono fioccate le prese di posizione, da più parti si invoca la revoca dell'ordinanza (Sinistra Italiana di Como ha preannunciato ricorso al Presidente della Repubblica) e già per sabato e domenica sono stati organizzati un presidio e un flash mob. Anche qualche esponente di centrodestra si è smarcato dalla linea di Landriscina. Proprio per questo il sindaco, sia pure illustrando in maniera accorata la sua posizione a difesa della sua etica personale, ha cercato di smussare gli angoli sia sull' episodio sia sulla sua ordinanza anti accattonaggio.

«Non ritirerò l'ordinanza», ha detto. «Sono un uomo libero, anche di sbagliare, ma ho un'etica cui non rinuncio. Non serve alzare il livello di scontro, serve la pace sociale. Ma vogliamo ascoltare solo chi grida di più o vogliamo risolvere il problema? Prima di prendere un provvedimento contro qualcuno penso sempre alle conseguenze che può avere. Non voglio che si dica che ho lasciato qualcuno indietro, ma non hanno diritto di critica le persone che non si sporcano le mani. Con tutti gli altri voglio parlare. Per questo incontrerò associazioni, gruppi, volontari che si occupano di assistenza perché si possa venire a una soluzione al problema dei senzatetto».

Landriscina ha difeso l'ordinanza emessa la scorsa settimana, che per la durata di 45 giorni sanziona da 50 a 300 euro l'accattonaggio molesto e il bivacco in alcune zone del centro cittadino. «Si rifà a quelle di altre città italiane, è stata redatta sulla base del decreto Minniti e ha recepito una quantità infinita di segnalazioni dei cittadini su alcuni luoghi precisi in cui vi sono aggregazioni notturne. Non ha colpito random» ha precisato il sindaco. Con lui, il comandante Ghezzo, secondo il quale l'ordinanza «ha raggiunto l'equilibrio tra esigenze dei cittadini e diritti garantiti, perché vieta l'accattonaggio molesto e invasivo che impedisce la fruizione dei luoghi». Difende l'ordinanza anche l'assessore regionale alla Sicurezza Simona Bordonali: «Il provvedimento finalmente, riporta ordine a Como, una città che negli ultimi mesi ha visto un'immigrazione incontrollata e bivacchi ovunque».

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