Cerca e trova immobili

STATI UNITI / SIRIAMissili americani contro la Siria, «15 i morti tra cui 9 civili, 4 sono bambini»

07.04.17 - 13:22
L'attacco che ha distrutto la base aerea di Shayrat, ha pure colpito delle case vicine. Mosca attacca: «Armi chimiche sono solo un pretesto». Sostegno da Turchia, Israele e Arabia Saudita
Keystone
Missili americani contro la Siria, «15 i morti tra cui 9 civili, 4 sono bambini»
L'attacco che ha distrutto la base aerea di Shayrat, ha pure colpito delle case vicine. Mosca attacca: «Armi chimiche sono solo un pretesto». Sostegno da Turchia, Israele e Arabia Saudita

WASHINGTON - Gli Stati Uniti hanno lanciato nella notte un attacco, con 59 missili Tomahawk partiti da navi Usa nel Mediterraneo, contro la base militare siriana di Shayrat, nella provincia di Homs, da dove sarebbero partiti i raid con armi chimiche del 4 aprile scorso sulla zona di Idlib, che hanno causato la morte di almeno 86 persone tra cui 30 bambini.

«Aggressione contro uno Stato sovrano» - Durissima la reazione della Russia. Il presidente Vladimir Putin ha accusato Washington di aver compiuto «un'aggressione contro uno Stato sovrano», che comprometterà le relazioni tra Usa e Russia. Mosca ha annunciato che rafforzerà le difese aeree di Damasco per proteggere le infrastrutture e ha sospeso l'intesa con gli Stati Uniti che garantisce la sicurezza dei voli durante le operazioni in Siria. Secondo il ministero della Difesa tuttavia, «solo 23» dei 59 missili hanno raggiunto la base di Shayrat, mentre gli altri 36 sarebbero caduti in un luogo «sconosciuto».

«Usato un pretesto» - La Russia, che conferma di essere stata avvisata prima del raid, ritiene inoltre che l'attacco chimico sia stato solo «un pretesto» per l'operazione americana decisa in precedenza, e chiede una riunione urgente del Consiglio di Sicurezza dell'Onu. Per Mosca inoltre l'attacco favorisce l'Isis e Al Nusra. Anche l'Iran protesta per «un'azione unilaterale pericolosa».

«L'uso di armi chimiche meritava una risposta» - Prima di agire, Washington ha avvisato anche gli alleati, tra cui la Nato e l'Ue. Per il presidente della Commissione europea, Jean-Claude Juncker, l'uso delle armi chimiche «doveva avere una risposta».

Sostegno all'azione americana - In un comunicato congiunto, i leader francese e tedesca, François Hollande e Angela Merkel, sottolineano come «l'intera responsabilità pesi su Assad» e auspicano «sanzioni appropriate dell'Onu» per l'uso delle armi chimiche. A sostegno dell'azione americana, si schierano anche i nemici storici del regime di Assad. Da Israele all'Arabia Saudita, alla Turchia. Ankara auspica che il lavoro venga «completato» e invoca la rimozione di Assad «il prima possibile». Il ministro degli Esteri, Mevlut Cavusoglu, prevede «nuove ondate di migranti» in fuga dalla Siria e chiede una «safe zone».

Colpite case vicino alla base - Intanto è salito a 15 il numero dei morti nell'attacco: 6 soldati della base e 9 civili, tra cui quattro bambini, secondo un bilancio fornito dall'agenzia ufficiale siriana Sana. I missili avrebbero colpito anche case attorno alla base. Mosca non registra invece vittime russe. Sempre secondo la Russia infine, i miliziani antigovernativi hanno lanciato un vasto attacco contro le truppe siriane dopo il raid missilistico degli Usa.

Entra nel canale WhatsApp di Ticinonline.
NOTIZIE PIÙ LETTE