È la denuncia di Amnesty International
TEHERAN - È sempre più pesante la mano dell'Iran nella repressione degli attivisti per i diritti umani da quando Hassan Rohani è stato nominato presidente nel 2013: è la denuncia di Amnesty International contenuta in un rapporto dal titolo 'Impigliati in una ragnatela di repressione: i difensori dei diritti umani iraniani sotto attacco'.
Il rapporto sottolinea come decine di attivisti, spesso definiti «agenti stranieri» e «traditori» dai media statali, sono stati processati e incarcerati con false accuse legate a questioni di «sicurezza nazionale»: alcuni di loro sono stati condannati a oltre 10 anni di reclusione solo per i loro contatti con le Nazioni Unite, l'Unione europea o organizzazioni per i diritti umani, inclusa la stessa Amnesty.
«È un'amara ironia vedere che le autorità iraniane si vantano del loro accresciuto coinvolgimento con l'Onu e l'Ue, in particolare dopo l'accordo sul nucleare, e allo stesso tempo i difensori dei diritti umani che hanno contattato queste stesse istituzioni vengono trattati come criminali», ha detto il direttore della ricerca per il Medio Oriente e il Nord Africa, Philip Luther.
«Invece di diffondere il pericoloso mito secondo cui i difensori dei diritti umani costituiscono una minaccia per la sicurezza nazionale, le autorità iraniane dovrebbero rispondere alle legittime preoccupazioni che causano - ha proseguito Luther-. Questa è gente che ha rischiato tutto per costruire una società più umana e giusta, è scioccante che siano puniti in modo così feroce per il loro coraggio».