Secondo la Russia, le accuse contro Assad sono «inaccettabili». Secondo i media, solo il Fronte al-Nusra possiede armi chimiche. Hollande: «Intervenga la comunità internazionale»
MOSCA - La Russia ha definito «provocatorie» le accuse di alcune nazioni occidentali secondo cui il governo siriano ha usato armi chimiche nella provincia di Idlib e ha definito come «inaccettabile» la bozza di risoluzione del Consiglio di Sicurezza dell'Onu proposta da Francia, Stati Uniti e Regno Unito. Così una fonte del ministero degli Esteri russo a Interfax.
«Tutta questa situazione non è altro che una provocazione», ha detto la fonte, aggiungendo che «la bozza di risoluzione suggerita dai tre Paesi non è accettabile così com'è».
Il vice ministro degli esteri siriano Faysal Miqdad ha accusato la Gran Bretagna, la Francia, la Turchia e l'Arabia Saudita di essere responsabili, assieme ai qaidisti siriani, del presunto attacco chimico avvenuto ieri nella Siria centrale e nel quale sono morte oltre 70 persone tra cui venti minori.
«L'unico gruppo ad avere accesso alle armi chimiche in Siria, compresi gas tossici, è il Fronte al-Nusra, noto anche come Fatah al-Sham». Lo ha riferito l'agenzia Farsnews riportando una fonte militare citata dal sito in arabo di Sputnik. Secondo la fonte, «l'esercito siriano ha avuto armi chimiche fino al 2012, quando i gruppi terroristici le hanno rubate e trasferite nei loro depositi"».
«L'esercito siriano non ha utilizzato alcun gas chimico contro i cittadini di Idlib», ha continuato la fonte sottolineando che, d'altra parte, «non sarebbe logico» per l'esercito usare armi chimiche contro gli abitanti di una città che si sta cercando di liberare.
Intanto François Hollande «ha rinnovato la sua indignazione davanti all'impiego di armi chimiche in Siria e invita a una reazione della comunità internazionale all'altezza di questo crimine di guerra». Il presidente della Repubblica francese si era già pronunciato ieri affermando che «ancora una volta il regime siriano negherà l'evidenza delle sue responsabilità. Come nel 2013, Bashar Al-Assad conta sulla complicità degli alleati per beneficiare di una impunità intollerabile» .