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LUGANO"Gabbiano", il classico di Čechov al Lac

02.11.15 - 06:00
Lo spettacolo andrà in scena giovedì 5, venerdì 6 e domenica 8 novembre. Mercoledì 11 novembre alle 20.30 sarà la volta di “Antropolaroid”
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"Gabbiano", il classico di Čechov al Lac
Lo spettacolo andrà in scena giovedì 5, venerdì 6 e domenica 8 novembre. Mercoledì 11 novembre alle 20.30 sarà la volta di “Antropolaroid”

LUGANO - Debutta in prima assoluta “Gabbiano” per la regia di Carmelo Rifici. Continua anche la stagione di LuganoInScena con un altro pluripremiato spettacolo “Antropolaroid” di e con Tindaro Granata.

“Gabbiano” sarà in scena giovedì 5 e venerdì 6 novembre alle 20.30 e domenica 8 novembre 2015 alle 16.30, nella Sala Teatro del LAC. Con la regia di Carmelo Rifici rivive un grande classico di Čechov, uno spettacolo che ci porta sulle sponde di un lago per parlarci di noi: un giovane teatrante e un famoso scrittore pieni di dubbi sulla loro professione, una giovane donna ambiziosa che sogna il successo e una donna di successo che non sogna più; un’umanità che desidera essere personaggio, dei personaggi che scorgono il loro riflesso in un lago che mostra tutta la loro misera umanità.

“Gabbiano”, scritto nel 1895 da Anton Čechov, dovette aspettare il 1898 per trovare il successo e da allora è uno dei suoi drammi più rappresentati. L’adattamento che si vedrà sul palcoscenico del LAC, è nato dopo la nomina di Carmelo Rifici a direttore artistico di LuganoInScena.

“Perché scegliere di fare Gabbiano? È la domanda che continuo a farmi, alla quale non ho risposta. Almeno non una. Intanto è un Classico e questo mi permette di lavorare sulla memoria di un testo che ho sempre amato, su cui ho sempre lavorato, sul quale ho fatto centinaia di ipotesi, che ogni volta cambiano e si contraddicono. In secondo luogo mi viene da dire che Gabbiano parla di cose che tutti sanno: di rapporti familiari, di conflitti e di delusioni, senza averne consapevolezza. Entrare in un mondo familiare e vedere che ogni volta ti mostra qualcosa che non avevi notato dà la curiosa sensazione di visitare un universo conosciuto e, al tempo stesso, misterioso: “Čechov è talmente semplice che fa paura”, diceva Gor’kij.

Gabbiano è veramente un testo misterioso: ci mostra un’umanità, una famiglia che non riesce mai ad essere sincera e che, per riuscire a convivere, deve continuamente mentire e immaginarsi di essere qualcosa che non è. [...] Teatro e mistero, verità e sogno. Non a caso i protagonisti sono attori, scrittori, registi, e l’umanità che gira intorno a loro, fatta di contadini, di lavoratori, non sogna altro che essere attori e scrittori. Ossessione della rappresentazione di sé. I personaggi recitano su un palcoscenico che si specchia in un lago che mostra a sua volta la loro misera umanità e l’incapacità di volare in alto. Il lago li attrae verso il basso.” (Dalle note di regia di Carmelo Rifici).

Mercoledì 11 novembre 2015 alle 20.30, nella Sala Teatro del LAC, va in scena l’originalissimo spettacolo di Tindaro Granata (Premio “Mariangela Melato” – Prima Edizione 2013 – come Attore Emergente), “Antropolaroid”, che lo vedrà solo sul palco vuoto a raccontare, attraverso la voce e il corpo, la storia di una famiglia siciliana fatta di generazioni vissute in una terra da amare ma da cui anche allontanarsi per inseguire sogni e speranze e realizzare grandi propositi.

Vincitore del Premio della giuria popolare della “Borsa Teatrale Anna Pancirolli”, del Premio “ANCT” dell'Associazione Nazionale dei Critici nel 2011 e del Premio “Fersen” in qualità di Attore Creativo nel 2012, “Antropolaroid” è una fotografia, una polaroid umana di cupa e struggente bellezza, uno spettacolo attraversato da un’inquietudine dolorosa portato in scena da un attore trasformista che narra schegge del proprio vissuto rielaborate con grande sensibilità, per tracciare la storia di una famiglia italiana, il cui male si perpetua di padre in figlio come un’eredità. Un racconto tramandato, e profondamente vissuto, non attraverso la narrazione dei fatti, ma con la messa in scena dei dialoghi tra i personaggi, che rendono così originale questo spettacolo: Tindaro Granata passa attraverso i decenni in molteplici ruoli, di ogni età, maschio o femmina, tra giochi, balli, lavoro, paure; brevi passaggi che, ogni volta, compongono dialoghi, legami e situazioni.

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