Successo per il film di Jon Watts con un improbabile uomo-ragno 15enne tra selfie e storie di brufoli
LUGANO - La sala era piena all’anteprima di “Spider-Man Homecoming”. La serata organizzata da Tio/20 minuti e Rete Tre ha entusiasmato il pubblico che si è goduto il film nella sala 2 del Cinestar. E tutti hanno apprezzato il nuovo Peter Parker - interpretato dal 21enne inglese Tom Holland -, non raccontato - come nei film precedenti - dalle origini, ma già in azione, confrontato con le peculiarità della sua generazione e l'esperienza degli Avengers.
Columbia, Sony e Marvel riconfermano il target dei Millennials. Un linguaggio spregiudicato, estremamente dinamico che intrattiene gli spettatori, sommato a effetti speciali e dilemmi adolescenziali.
La commedia si incastra perfettamente con personaggi di spessore, estromettendo marginalmente il romanticismo che aveva caratterizzato gli Spider-Man interpretati da Tobey Maguire e Andrew Garfield. Robert Downey Jr. veste i panni del mentore poco presente, ma pur sempre super-fico. Michael Keaton è un misterioso avvoltoio, che tanto ricorda il Batman degli anni Novanta e il recentissimo Birdman, a conferma del suo fortunato ritorno sul grande schermo.
Quest’ultimo “Spider-Man Homecoming” piace, diverte, incanta scenograficamente parlando, ma lascia l’amaro in bocca ai nostalgici di un Parker insicuro e un po’ “sfigato”, soppiantato dal ragazzino social sempre connesso.