Mondiali di sci alle porte. In gara anche la 20enne indiana Aanchal Thakur seguita da un team svizzero, di cui fa parte il ticinese Damiano Bregonzio: «Si è fatta le ossa da sola»
SAN MORITZ – Mentre passeggia per le vie di San Moritz, si guarda attorno con l'espressione sognante. E, in effetti, quello che sta vivendo Aanchal Thakur, 20enne nata nel nord dell'India, è davvero simile a un sogno. Perché dietro l'angolo, c'è il suo primo Mondiale, proprio in Engadina. Lei, cresciuta in un Paese in cui lo sci è poco considerato (eufemismo), per tre settimane è stata seguita da uno staff svizzero, lo Ski Racing Team di Silvaplana-Champfèr, di cui fa parte anche il ticinese Damiano Bregonzio. «Nella zona in cui vivo io non ci sono nemmeno gli impianti di risalita – ironizza la 20enne –. Ecco perché sono venuta ad allenarmi in Svizzera».
Una mano ai più piccoli – In occasione di grandi manifestazioni, come Olimpiadi e Mondiali, le squadre di terza fascia, legate a nazioni in cui non c'è una tradizione sciistica, sono sostenute dalla Federazione Internazionale. «Gli atleti – spiega Bregonzio – sono affidati ad allenatori, preparatori atletici e fisioterapisti della località che ospita l'evento. È il nostro caso».
Vitto e alloggio – Quattro in totale gli indiani che parteciperanno al Mondiale di San Moritz. Solo Aanchal, specializzata nello slalom e nello slalom gigante, ha avuto il privilegio di potersi preparare intensamente con lo Ski Racing Team. La federazione indiana le garantisce un budget davvero ridotto. «Grazie anche al comitato organizzatore dei Mondiali, e ad alcuni sponsor – riprende Bregonzio –, la giovane atleta è riuscita, comunque, a coprire le spese di vitto e alloggio in Engadina. E ha pure ricevuto uno skipass gratuito per allenarsi sulle piste».
Figli di uno sci minore – Già in passato il team sciistico engadinese aveva collaborato con squadre nazionali di seconda fascia. Ad esempio con Argentina, Russia e Brasile. È la prima volta però che allo staff elvetico tocca seguire uno sportivo proveniente addirittura da una nazionale di terza fascia. «Gli sciatori indiani – puntualizza Bregonzio – sottovalutano molto la preparazione del materiale. Non hanno la “cultura” della sciolinatura e del mantenimento degli sci. E le tute che usano in gara spesso non sono di recente fabbricazione. Noi insistiamo parecchio sull’importanza di questi dettagli. Nonostante tutto, però, il livello dello sci indiano non è così scarso come qualcuno potrebbe pensare».
Senza un centro di allenamento – E infatti Aanchal, che dovrà affrontare le qualificazioni di Zuoz per potersi poi giocare il Mondiale vero e proprio, è stata simpaticamente ribattezzata da alcuni come la "Lara Gut dell'India". Proprio per la sua discreta tecnica. «È una giovane in gamba – sostiene Bregonzio –. Ha un certo talento. E ha un bellissimo carattere. Ricordiamoci che in India, pur essendoci tante montagne, non esiste un vero centro di allenamento. Aanchal si è fatta le ossa da sola».
Su e giù a scaletta – La 20enne annuisce. E rivela: «Ho iniziato a sciare all'età di 7 anni. Mi allenavo su un pendio di 300 metri, senza alcun impianto. Facevo la scaletta per risalire ogni volta. Una fatica tremenda. Adesso però sono qui. È tutto così bello. E io non voglio smettere di sognare».