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CANTONESchneider-Ammann scherza: «Se avessimo tenuto Milano oggi non avremmo il problema frontalieri»

01.08.17 - 12:33
Il consigliere federale, in un discorso per la festa nazionale pronunciato a Lattecaldo, ricorda l'importanza del ruolo diplomatico del Ticino nelle relazioni con l'Italia
Schneider-Ammann scherza: «Se avessimo tenuto Milano oggi non avremmo il problema frontalieri»
Il consigliere federale, in un discorso per la festa nazionale pronunciato a Lattecaldo, ricorda l'importanza del ruolo diplomatico del Ticino nelle relazioni con l'Italia

LATTECALDO - È il Ticino che deve assumere il ruolo guida nell'elaborazione delle relazioni della Svizzera con l'Italia. Lo ha affermato oggi il consigliere federale Johann Schneider-Ammann in un discorso per la festa nazionale pronunciato a Lattecaldo davanti al Comitato cantonale straordinario del PLR ticinese, chiamato a esprimersi sulla candidatura di Ignazio Cassis per succedere a Didier Burkhalter in governo.

Il capo del Dipartimento federale dell'economia, della formazione e della ricerca (DEFR), pur sottolineando le grosse opportunità del Ticino di tornare nella stanza dei bottoni e l'eccellenza del candidato Cassis, ha mantenuto un atteggiamento assai diplomatico: "anche altri colleghi liberali in altre regioni del nostro Paese hanno il diritto di concorrere al seggio divenuto vacante. Sarà il parlamento ad eleggere il nuovo consigliere federale. Che vinca il migliore!", ha dichiarato in base al discorso scritto pubblicato dal segretariato generale del DEFR.

Dalle parole del ministro dell'economia traspare comunque un sostegno alla terza Svizzera. "Anche gli svizzeri tedeschi sanno che il Ticino non è soltanto uno dei 26 Cantoni. Il Ticino rappresenta tutta la Svizzera di lingua italiana: non soltanto gli abitanti del Ticino e dei Grigioni italiani, ma anche un numero altrettanto grande di italofoni domiciliati nel resto del Paese".

E l'unico cantone sudalpino può svolgere un ruolo decisivo nelle relazioni con l'Italia, oggi ancora segnate da vari problemi. Lo direbbe anche Guglielmo Tell, che Schneider-Ammann ha immaginato di consultare prima di mettere nero su bianco il discorso del Primo agosto.

Non senza humour, il capo del DEFR ha fatto un altro passo indietro nella storia, al trattato tra Confederazione e Francia dopo la disfatta degli svizzeri a Marignano 501 anni fa. "La Svizzera ne ha beneficiato durevolmente: Bellinzona, Lugano e Locarno, ma anche la Valtellina e Chiavenna furono assegnati in via definitiva ai confederati. Non però il protettorato di Milano... Se avessimo mantenuto Milano e Chiavenna oggi non dovremmo affrontare la questione dei frontalieri", ha detto Schneider-Ammann.

Ma questo problema, tra gli altri, impedisce una relazione ineccepibile con Roma. Tell, da buon pragmatico, dapprima analizzerebbe la situazione e giungerebbe alla conclusione che i frontalieri, il mercato del lavoro, il traffico, la sicurezza sono questioni che non possono essere risolte tutte insieme.

Il mitico eroe nazionale vorrebbe che fossero le autorità ticinesi a indicargli cosa sia possibile pretendere e cosa offrire ai vicini meridionali per attenuare le tensioni. Tocca al Cantone preparare proposte concrete e poi alla Confederazione negoziarle con risolutezza. Soltanto una cooperazione di questo tipo può migliorare in modo tangibile le relazioni tra il Ticino e il Norditalia e tra la Svizzera e l'Italia.

In un'allocuzione del Natale della patria, Tell non si sarebbe comunque limitato a parlare del Ticino. Oggi avrebbe insistito sulla storia di successo della Confederazione. Forse gli piacerebbe sapere che la disoccupazione è ai minimi storici e che la Confederazione ha stipulato un ampio ventaglio di contratti con l'Unione europea rimanendo sovrana, ha detto il ministro dell'economia.

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