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Manchester by the sea: l'America all'ombra del sogno

CINEMAManchester by the sea: l'America all'ombra del sogno

10.02.17 - 06:00
L'avversario agli Oscar di "La La Land" è un film splendido e straziante ambientato in quegli States spesso e volentieri dimenticati
Universal
Manchester by the sea: l'America all'ombra del sogno
L'avversario agli Oscar di "La La Land" è un film splendido e straziante ambientato in quegli States spesso e volentieri dimenticati

LUGANO - Appena quarantenne, bella presenza e fisico prestante, Lee Chandler (Casey Affleck) fa il portinaio e il tuttofare in quattro palazzine alla periferia di Boston. Fra le sue mansioni riparare quello che si rompe, spalare il viale e resistere alle avances delle inquiline annoiate. Non parla granché ma ha un pessimo carattere: risponde a male parole e nei bar si ficca spesso in qualche rissa.

Nel suo misterioso passato c'è una colossale tragedia con la quale sarà costretto nuovamente a confrontarsi quando suo fratello Joe morirà per una patologia cardiaca. Così Lee prenderà il suo Suv e guiderà fino a Manchester - non quella in Inghilterra ma quella del Massachusetts a ridosso dell'Oceano - dalla quale è scappato diversi anni prima. All'apertura del testamento, sorpresa, scoprirà di essere stato eletto tutore del nipote liceale. 

"Manchester by the sea" arriva nelle sale cinematografiche ticinesi con una gran bella fama e incassi notevolissimi (quasi 50 milioni di dollari) per il tipo di film che è, ovvero una pellicola drammatica semi-indipendente e dal budget relativamente basso. Nomination a iosa per attori e regia (anche agli Oscar) e Affleck ha già vinto un Golden Globe come migliore attore protagonista. 

E i motivi ci sono tutti: è un film impeccabile, fortissimo e ispirato. Farà incetta di statuette? Probabilmente il cast avrà le sue soddisfazione ma sarà difficile portare a casa l'alloro del miglior film considerando che il suo avversario diretto è quel "La La Land" di cui è, fondamentalmente, l'altro lato della medaglia. La pellicola diretta da Kenneth Lonergan, infatti, non racconta quell'America tutta quella lustrini, arte e sogni ma la sua antitesi: sporca e terrosa, fatta di calli e lacrime salate.

Questa anonima (sic) Manchester, sferzata dal vento gelido del mid-east degli States, è una delle tante cittadine americane lontane dalle luci della ribalta popolate da persone che ogni giorno si arrabattano per arrivare, malgrado tutto, alla fine del mese. Per certi versi rappresenta quell'America bianca normale, se non semi-povera, di cui non si parla praticamente mai. Quella che il mitico "sogno americano" forse se l'è pure dimenticato e che alle ultime elezioni magari ha votato Trump.

Ma non è tutta desolazione: ci sono anche vita, gioventù e speranza nelle vesti del più giovane dei Chandler (uno strepitoso Lucas Hedges giustamente candidato all'Oscar come miglior attore non protagonista) che - malgrado il lutto o proprio per reazione a esso - brucia di voglia di stare al mondo. E sarà proprio questa forza che si scontrerà con l'inerzia emotiva ed esistenziale dello zio (ormai neo-papà). Qualcosa si metterà in moto o tutto si ingolferà di nuovo? Non sta a noi svelarlo, non qui.

Impossibile nascondersi dietro a una pagliuzza, "Manchester by the sea"  è un film drammatico di quelli senza compromessi, che chiede tanto allo spettatore ma altrettanto ridà. Non annoia mai e le sue due ore e poco più volano via in un battibaleno. Tocca tante corde, forse tutte, ed è in grado di far riflettere praticamente chiunque. Insomma, da non perdere.

"Manchester by the sea" uscirà nelle sale ticinesi il prossimo 16 febbraio.

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