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MENDRISIO - Il Corpo delle Guardie di confine si occupa in misura sempre maggiore ad attività, in gran parte logistiche, non strettamente legate al proprio mandato; un fattore che si traduce nella conseguente mancanza di risorse presso la frontiera. Con queste parole si può riassumere la problematica sollevata da Marco Romano in una mozione depositata lo scorso 16 marzo in Consiglio nazionale.
«Queste attività impegnano parecchio personale che viene sottratto alle attività correnti di sorveglianza e registrazione. Nel contesto di ristrettezza di personale vi è un’inefficiente dispersione di risorse che diminuisce la capacità operativa alla frontiera», sottolinea il Consigliere nazionale, che propone di migliorare la gestione della situazione, ricorrendo «a terzi tramite mandati» o, eventualmente, all’impiego di «altro personale, prendendo in considerazione anche quello specialistico dell’esercito» in caso di necessità.
