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CANTONELa mozione: “Meno leggi per più libertà”

10.11.14 - 14:30
Il documento è stato inoltrato al Consiglio di Stato da Sergio Morisoli e il gruppo UDC in Gran Consiglio
La mozione: “Meno leggi per più libertà”
Il documento è stato inoltrato al Consiglio di Stato da Sergio Morisoli e il gruppo UDC in Gran Consiglio

BELLINZONA - “Meno norme non significano più abusi: al contrario, un corpo legislativo snello, semplice, trasparente e comprensibile a tutti conferisce maggiori possibilità di controllo a chi è eletto dai cittadini e ai cittadini stessi. Alla lunga garantisce anche il miglior rapporto costi – benefici”. E’ questo uno dei passaggi chiave della mozione presentata dal rappresentante di Area Liberale, Sergio Morisoli e sostenuta dai gran consiglieri dell’UDC Marco Chiesa, Lara Filippini, Orlando Del Don, Eros N. Mellini e Gabriele Pinoja. Nel documento, composto da sette pagine fitte fitte, chiede in sostanza “meno leggi, meno burocrazia, meno abusi e meno costi”. I deputati espressione della destra di opposizione in Gran Consiglio, ritengono che, attraverso uno sfoltimento delle leggi, dei regolamenti e delle direttive, si porrebbero le basi per una società più “libera e responsabile per tutti”, in cui il rapporto fra cittadino e Stato risulterebbe migliore. 

“Per raggiungere questo obiettiv - si legge nella nota - “occorre muoversi in quattro direzioni: “riduzione della densità normativa, eliminazione della sovrapposizione normativa, riregolamentazione/deregolamentazione dell'offerta pubblica, riduzione degli iter burocratici”.

“Il modo di legiferare - si legge nell’ultimo paragrafo del documento - deve essere cambiato: al centro dell'attività legislativa vanno poste l'iniziativa privata e la libertà del cittadino e della società civile. Il rischio derivante da un mancato cambiamento in questa direzione è l'affermarsi di una società burocratica e post-democratica”.

Nel decennio 1992.2001 è entrata in vigore una media di 51 leggi all’anno. Nel 1803-1812 la media annua era di 16 norme.

 

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