Cerca e trova immobili

CANTONEL'attentatore di Turku era richiedente asilo a Chiasso

18.09.17 - 19:07
Era stato registrato il 23 aprile 2016 dalle guardie di confine, dove aveva presentato sotto falso nome una richiesta d'asilo
tipress
L'attentatore di Turku era richiedente asilo a Chiasso
Era stato registrato il 23 aprile 2016 dalle guardie di confine, dove aveva presentato sotto falso nome una richiesta d'asilo

CHIASSO - Aveva chiesto asilo a Chiasso nel 2016 il giovane marocchino che lo scorso 18 agosto ha accoltellato a morte due donne e ferito altre otto persone a Turku, in Finlandia. Lo rivelano oggi il "Tages-Anzeiger" e "Der Bund", rilevando anche il mancato accesso diretto della Svizzera alla banca dati europea EIS, tramite la quale i paesi dell'Ue si scambiano informazioni sulle reti terroristiche.

L'impossibilità di accedere direttamente ad EIS (Europol Information System) era stata criticata, come già in gennaio, dalla ministra di giustizia e polizia Simonetta Sommaruga lo scorso 14 settembre a Bruxelles, in un incontro con i colleghi dell'Ue. Visto che alcuni dei terroristi islamici coinvolti in recenti stragi avevano in precedenza soggiornato anche in Svizzera, aveva rilevato la consigliera federale, un accesso non burocratico alla banca dati di Europol per tutti gli Stati associati al sistema Schengen, quindi anche per la Svizzera, è assolutamente urgente e colmerebbe gravi lacune.

Accesso diretto a SIS ma non a EIS - Attualmente gli inquirenti elvetici possono accedere direttamente al Sistema informativo di Schengen (SIS) in cui sono registrate le persone colpite da un mandato d'arresto. Non hanno invece un accesso diretto ad EIS, riservato ai Paesi dell'Ue e nel quale sono registrati anche presunti jihadisti indagati ma non ancora formalmente ricercati.

Così è stabilito nell'ordinanza europea su Europol, ha dichiarato all'ats a Bruxelles un funzionario dell'Ue, confermando anche la richiesta fatta ai colleghi da Simonetta Sommaruga, sulla quale tuttavia - ha aggiunto - "non c'è stata discussione".

Via burocratica - Una collaborazione riguardo ad EIS esiste, ma occorre seguire una via più complicata. Gli inquirenti elvetici inviano i dati raccolti in Svizzera all'Aia, dove funzionari di Europol li inseriscono nella loro banca dati. E un percorso ancor più burocratico è necessario nel senso inverso. Se gli svizzeri vogliono ottenere dati di EIS devono rivolgersi a un loro addetto di polizia all'Aia, cui tocca poi farne richiesta scritta. "La durata dell'attesa di una risposta varia da caso a caso", ha detto all'ats Lulzana Musliu, portavoce dell'Ufficio federale di polizia (fedpol).

EIS è in funzione dal 2014. Nel febbraio, secondo Europol, vi erano registrate 3857 persone, con i vari alias utilizzati, numeri di targhe o di cellulari e indirizzi e-mail.

Il pericolo jihadista - I due giornali svizzerotedeschi rilevano come sarebbe importante, per gli inquirenti svizzeri, ottenere maggiori informazioni sulle circa 90 "persone a rischio" di jihadismo entrate nel radar del Servizio delle attività informative della Confederazione (SIC), molti dei quali hanno contatti internazionali. Lo stesso vale per i possibili terroristi che potrebbero passare per la Svizzera o utilizzarla come base per la preparazione di attentati.

"I jihadisti tenteranno anche in futuro di entrare in Europa in maniera legale o illegale. Continueranno a infiltrare i flussi migratori per far passare nei Paesi europei propri adepti, impiegando a tal fine anche documenti di identità o di viaggio falsi o manomessi", scrive il SIC nel suo ultimo rapporto "La Sicurezza della Svizzera 2017" pubblicato a maggio.

Asilante a Chiasso - Ne è un esempio il caso del giovane marocchino arrestato in agosto per gli accoltellamenti di Turku, il quale ha negato di avere motivazioni terroristiche. Secondo quanto indicano "Tages-Anzeiger" e "Bund" (la notizia è stata confermata all'ats dalla portavoce di fedpol), era stato registrato il 23 aprile 2016 dalle guardie di confine a Chiasso, dove aveva presentato sotto falso nome una richiesta d'asilo.

Due giorni dopo era sparito senza lasciar traccia. In Finlandia il 22enne si era fatto passare per un 18enne e viveva in un alloggio per richiedenti asilo. In precedenza aveva passato un certo tempo anche in Germania e in altri paesi europei usando diversi nomi falsi.

Entra nel canale WhatsApp di Ticinonline.
NOTIZIE PIÙ LETTE