Studiare all'università per finire a fare la cassiera: il fenomeno esiste anche in Ticino? Lo abbiamo chiesto a Coop, Migros, Denner e Aldi. La risposta è sì.
LUGANO - Non è una piaga come in Italia. Ma anche in Ticino i laureati che per disperazione si accontentano di lavori sotto-qualificati, come la cassiera di supermercato, iniziano a essere una realtà. Mercoledì su tio.ch/20minuti abbiamo raccolto lo sfogo di una 30enne locarnese con un master in marketing e quattro lingue parlate. Ma non è un caso unico. Anche se i negozi sono piuttosto restii ad ammetterlo.
Una su 50 - Abbiamo contattato quattro delle principali catene presenti in Ticino, per avere una fotografia della situazione. Cosa è emerso? Circa l'1-2 per cento degli addetti alla vendita di Migros Ticino hanno un titolo di studio universitario. Percentuale che sale «al 10 per cento sul totale dei dipendenti» spiega il portavoce Luca Corti, che precisa come «il candidato viene comunque valutato secondo le competenze minime richieste dal ruolo che poi andrebbe a ricoprire». Nessuna discriminazione, dunque, nei confronti di chi ha un titolo di studio superiore.
«Non forniamo numeri» - Stessa musica da Coop, che però «non fornisce informazioni dettagliate riguardo la formazione dei dipendenti» e si limita a sottolineare che «molti dei nostri 1300 collaboratori in Ticino hanno iniziato con un apprendistato». Tuttavia «impieghiamo anche collaboratori con diploma universitario e una quindicina di studenti ausiliari, che lavorano sporadicamente» spiega il portavoce Mirko Stoppa.
«Scarsa fluttuazione» - Nelle 20 filiali ticinesi di Denner invece «non sono impiegati a tempo pieno venditori laureati» mentre il diploma universitario è un titolo di preferenza per l'assunzione di quadri e capi vendita. «In entrambi i casi però la fluttuazione del personale è piuttosto bassa» precisa la catena. Aldi infine fa sapere di non avere a disposizione «nessun tipo di statistica o rapporto riguardo al titolo di studio dei nostri collaboratori».