La posizione del Consiglio di Stato sull'oggetto in votazione il prossimo 21 maggio. La manovra sarà «finanziariamente neutra»
BELLINZONA - La tassa sul sacco cantonale «non sarà una nuova tassa». Lo chiarisce immediatamente il Consiglio di Stato, presentando la propria posizione a favore dell’introduzione della misura a livello cantonale, in votazione il prossimo 21 maggio 2017. «La storia ha dimostrato che questo sistema funziona», spiega il presidente del Governo Manuele Bertoli. Nessuno infatti è mai tornato indietro dopo la sua adozione.
«Finanziariamente neutra» - «Quanto propone il Cantone non porterà aumenti di costo», precisa Claudio Zali, spiegando che per i Comuni in cui è in vigore solo la tassa base cambierà unicamente il modo di finanziare il costo del servizio: la tassa base scenderà e verrà introdotta la tassa sul sacco. Una manovra quindi, sottolinea Zali, «finanziariamente neutra». Nel caso particolare della Città di Lugano, che attualmente copre il costo dello smaltimento dei rifiuti con le imposte ordinarie comunali - una spesa da 8 milioni di franchi, circa 193 franchi per ogni contribuente con un imponibile -, con il provento della tassa base e di quella sul sacco, e con il minor costo del servizio, si potrà risparmiare circa un milione di franchi, riducendo il moltiplicatore del 2-3%.
L’introduzione della tassa porterà inoltre una diminuzione del costo dei servizi su scala cantonale, riducendo corposamente - si stima attorno al 15% - il quantitativo di rifiuti da inviare all’Impianto cantonale di termovalorizzazione dei rifiuti di Giubiasco e, di conseguenza, i km percorsi dai servizi di raccolta. La chiave, ha spiegato il Direttore del Dipartimento del territorio, risiede in un cambiamento di tipo concettuale: «Smettere di considerare rifiuto ciò che può essere riciclato e valorizzato attraverso un nuovo utilizzo».
Autonomia comunale - A livello dei singoli Comuni, verrà mantenuta l’autonomia in materia di gestione dei rifiuti. La tassa base sarà determinata liberamente dal Comune, così come il prezzo del singolo sacco, che si situerà in una forbice tra 1.10 - 1.35 franchi, per il formato da 35 litri. Nei Comuni in cui la tassa ancora non esiste il «potenziale di risparmio sarà ancora maggiore», precisa Zali, ponendo in evidenza due aspetti: la maggiore responsabilizzazione del cittadino e l’estinzione della fastidiosa pratica del “turismo del sacco”, che obbliga i cittadini a «pagare anche per rifiuti che non hanno prodotto».
Una mano tesa alle PMI - Gli effetti dell’introduzione della tassa si rifletteranno positivamente anche sulle piccole e medie imprese, spesso tassate «in modo elevato a prescindere dalla quantità di rifiuti prodotta» o sottomesse a tasse base sproporzionate, e sul settore del riciclaggio, che con l’aumento del materiale a disposizione - stimato attorno al 15% - potrà creare 30 nuovi posti di lavoro.
Un’ultima “battuta” infine Zali la riserva agli oppositori, ricordando che «votare contro non farà sparire la tassa sul sacco». I Comuni infatti rimarrebbero liberi in futuro di introdurre una tassa su base locale, come già accaduto nella metà dei Comuni ticinesi.