Obiettivo: farsi promotore di un sostegno alla famiglia del ragazzo scomparso
BALERNA - Chi era il maliano che lo scorso 27 febbraio è rimasto folgorato dai fili dell'alta tensione mentre si trovava sul tetto del treno e provava a varcare il confine? La sua famiglia è stata avvertita che è morto? Qual era la sua storia? E ancora: il giovane camerunense, che è incorso nella stessa identica disavventura alla stazione di Chiasso e gravemente ferito, che fine ha fatto? Come sta?
Tutte domande che non hanno ancora risposta. Ed è per questo che è nato il gruppo "Non dimentichiamo", un gruppo che vuol farsi promotore di un sostegno alla famiglia del ragazzo scomparso.
«In questi giorni - ci dicono - molti avrebbero voluto proporre una cerimonia funebre in sua memoria, ma ancora non si sa dove sia tenuto il corpo e nemmeno se la sua famiglia sia stata avvertita: in questo senso gli organi d’informazione tacciono e le notizie sulla giovane vittima latitano. D’altronde anche dello stato di salute del giovane camerunense, che è incorso nella stessa identica disavventura alla stazione di Chiasso e gravemente ferito, non si sono più avute notizie».
Il gruppo è composto da cittadini del paese di Balerna e della regione. Persone che ritengono «i fatti accaduti» siano di «enorme gravità, che queste morti hanno dei responsabili diretti e indiretti dentro e fuori dalla Svizzera, e che questi ultimi devono farsene carico».
Il gruppo critica anche i politici, quelli «che si esprimono nel modo che hanno scelto in riferimento alla morte o agli incidenti di questi migranti che cercavano vita migliore e hanno trovato una fine che noi non possiamo nemmeno immaginare. Indipendentemente dalla posizione politica o ideologica, una società che si vanta di essere sviluppata, civilizzata e si erge persino a modello, non può permettersi di dimostrare mancanza di rispetto per le persone o persino per la pace dei morti».
E ancora: «Noi ci saremo con i nostri amici e amiche italiane, insieme ai migranti, per far vedere che una società diversa è possibile, dove la gente si aiuta, si rispetta, condivide valori e sentimenti e vive in pace. Per numerose famiglie di Balerna il ragazzo morto è percepito come uno dei propri figli. È morto davanti alle nostre case e come esseri umani e cittadini democratici è per noi un dovere portare un messaggio di pace e invitare tutti a riflettere con serietà su questa vicenda, agendo di conseguenza. Avremo diversi colori di pelle, diverse origini, diverse religioni, ma malgrado queste diversità il nostro sangue sarà sempre dello stesso colore».