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BERNABurkhalter e Cavusoglu discutono di spionaggio e libertà d'espressione

23.03.17 - 20:10
Membri di organizzazioni turche sono sospettati di aver raccolto illegalmente informazioni su connazionali e binazionali turco-svizzeri critici verso il presidente Recep Tayyip Erdogan
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Burkhalter e Cavusoglu discutono di spionaggio e libertà d'espressione
Membri di organizzazioni turche sono sospettati di aver raccolto illegalmente informazioni su connazionali e binazionali turco-svizzeri critici verso il presidente Recep Tayyip Erdogan

BERNA - Il responsabile della diplomazia elvetica Didier Burkhalter ha incontrato oggi a Berna il suo omologo turco Mevlüt Cavusoglu. A proposito dell'imminente votazione sulla riforma costituzionale in Turchia, il consigliere federale ha in particolare discusso dei presunti casi di spionaggio turco in Svizzera e di libertà di espressione.

Membri di organizzazioni turche sono sospettati di aver raccolto illegalmente informazioni su connazionali e binazionali turco-svizzeri critici verso il presidente Recep Tayyip Erdogan, in particolare su presunti seguaci del movimento che fa capo al 75enne predicatore Fetullah Gülen. Nel colloquio, il capo del Dipartimento federale degli affari esteri (DFAE) ha affermato che la Svizzera esaminerà attentamente eventuali indizi relativi ad attività illecite di spionaggio, si legge in una nota diramata questa sera dal DFAE.

Inoltrata denuncia penale - Su queste presunte attività illegali, lesive dell'articolo 272 del codice penale, che sarebbero opera in particolare della Fondazione turco-islamica svizzera (Türkisch-Islamische Stiftung Schweiz, Tiss) e dell'Unione dei democratici turco-europei (Union Europäisch-Türkischer Demokraten, UETD), è stata inoltrata una denuncia penale.

Burkhalter ha anche sottolineato l'importanza per la democrazia dei diritti riguardanti la libertà, riferendosi in particolare a quella di espressione. "La libertà di espressione è un valore universale riconosciuto dalla Svizzera; il nostro Paese auspica che questo valga anche per i cittadini turchi che si apprestano ad andare alle urne, in Svizzera o in Turchia", ha affermato Burkhalter, citato nel comunicato.

Incontro in un momento di forti tensioni - L'incontro con Cavusoglu, tenuto a margine di una visita di quest'ultimo all'ambasciata turca nella città federale, avviene in un momento di forte tensione tra Ankara e diversi Paesi europei, tensione dovuta al divieto di far svolgere comizi di esponenti del governo turco in vista del referendum del 16 aprile che, se accolto, rafforzerà sensibilmente i poteri presidenziali.

Anche in Svizzera è stato annullato, per motivi di sicurezza, un incontro tra Cavusoglu e cittadini turchi che era stato previsto all'inizio del mese a Zurigo. Un ulteriore evento di un esponente del partito AKP, al potere in Turchia, è pure stato annullato dopo che la polizia aveva evocato il rischio di disordini.

Incontri della stessa natura ai quali dovevano partecipare esponenti del governo di Ankara sono stati cancellati in Germania, Austria e Olanda, dando così origine a forti tensioni con le cancellerie europee, alcune delle quali sono state accusate dalla Turchia di "comportamento nazista".

Comprensione e preoccupazione - Burkhalter ha espresso al collega comprensione per la difficile situazione in Turchia dal tentato colpo di Stato della scorsa estate. Al contempo, si è detto preoccupato per i numerosi licenziamenti e le incarcerazioni e ha ricordato che la dichiarazione dello stato di emergenza non esonera la Turchia dai propri obblighi in materia di diritti umani.

I due ministri si sono poi confrontati su vari temi, tra cui l'eventuale reintroduzione della pena di morte in Turchia, la durata e la proporzionalità dello stato di emergenza, l'indipendenza del sistema giudiziario e la cooperazione con istituzioni come il Consiglio d'Europa. Burkhalter ha ricordato la posizione svizzera in merito alla situazione nel sudest della Turchia e ha ribadito la disponibilità della Svizzera a offrire i buoni uffici.

Già in precedenza il capo del DFAE, in un'intervista alla radio romanda RTS, aveva insistito sull'utilità di un dialogo bilaterale. Occorre "portare avanti un dialogo intenso, molto diretto, a tutti i livelli con i responsabili turchi".

Il dialogo permette "forse di far comprendere che certe posizioni della Turchia pongono problemi ai suoi partner", ha dichiarato ancora il consigliere federale, interrogato a Parigi a margine della firma dell'accordo fiscale sull'aeroporto di Basilea-Mulhouse.

"La Turchia è un grande Paese che ha compiuto molti progressi durante decine di anni - ha proseguito Burkhalter -, ora si trova in un momento chiave della sua storia e potrebbe forse prendere una direzione inquietante, in contraddizione con i propri impegni". Ha quindi precisato: "penso in particolare alla pena di morte. La Turchia aveva preso impegni molto chiari sul piano internazionale".

"Siamo del parere che il dialogo è sempre la cosa più importante. Lo è tanto più in periodi difficili e di tensioni, bisogna marcare questa volontà molto forte di dialogo e l'incontro previsto (con il ministro turco) si iscrive in questo quadro".

Riguardo agli aspetti regionali e internazionali, uno dei temi al centro del colloquio è stata la situazione in Siria. Burkhalter ha espresso grande preoccupazione per le condizioni disastrose in cui versa il Paese, a sei anni dallo scoppio della guerra.

 

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