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ZURIGOTerza età serena? Risparmiate un franco su 10

17.10.17 - 15:10
Secondo un'analisi di UBS un ultracinquantenne deve mettere da parte l'11% del proprio reddito annuale per assicurarsi un tenore di vita adeguato durante la pensione
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Terza età serena? Risparmiate un franco su 10
Secondo un'analisi di UBS un ultracinquantenne deve mettere da parte l'11% del proprio reddito annuale per assicurarsi un tenore di vita adeguato durante la pensione

ZURIGO - Per potersi assicurare un tenore di vita adeguato durante la pensione un ultracinquantenne in Svizzera deve mettere da parte - al di là del secondo pilastro - oltre un franco su dieci.

È quanto emerge da un'analisi di UBS, che per la prima volta ha messo a confronto i sistemi di previdenza di dodici nazioni. Risultato: dappertutto nel mondo per vivere bene la terza età sono necessari risparmi privati.

Il nuovo UBS International Pension Gap Index analizza le prestazioni dei sistemi di previdenza obbligatori, spiega la banca in un comunicato odierno. I ricercatori hanno calcolato quale percentuale dello stipendio netto occorra risparmiare in ambito privato per poter affrontare serenamente la vecchiaia.

La vita di Jane - Le analisi sono state condotte partendo da un'ipotetica persona, Jane, una donna single cinquantenne che durante la carriera professionale ha percepito un salario mediano e che fino a questo momento ha accantonato solo lo stretto necessario per la vecchiaia.

Jane conduce una vita semplice in una metropoli e desidera mantenere il proprio tenore di vita abituale anche durante la pensione. Si tratta quindi di calcolare le spese e quanto può aspettarsi dal sistema di previdenza obbligatorio, per stabilire poi la lacuna che deve essere finanziata in modo autonomo.

I risultati per le dodici metropoli analizzate divergono in misura considerevole tra loro ma - commentano gli autori dello studio - una cosa è certa: in ogni paese Jane deve accantonare ulteriori fondi per poter coprire il costo della vita durante la pensione.

I risultati migliori - La Svizzera ottiene i risultati migliori. Ipotizzando che Jane investa i propri risparmi in un portafoglio diversificato, a partire dai 50 anni fino all'età di pensionamento ufficiale deve risparmiare circa l’11% del proprio reddito netto annuale. La somma delle rendite dal primo e dal secondo pilastro ammonterà infatti solo a circa il 50% del suo ultimo stipendio percepito.

A una certa distanza dalla Svizzera seguono Australia (37%) e Singapore (38%). Per via dell'età di pensionamento più bassa, pari a 62 anni, e dell'elevata aspettativa di vita, a Singapore Jane deve finanziare la rendita più lunga. L'Australia invece ha un sistema snello ma rispetto a molti altri paesi offre rendite migliori.

La classifica vede poi Francia (39%) Germania (40%), Italia (41%), Gran Bretagna (47%), Stati Uniti (49%), Canada (62%), davanti ai fanalini di coda Giappone (148%), Hong Kong (153%) e Taiwan (157%), dove si fa decisamente molto più affidamento sulla responsabilità personale.

Tre tendenze - Dal confronto - affermano gli specialisti di UBS - emergono tre tendenze che mettono i sistemi di previdenza internazionali di fronte a grandi sfide. Innanzitutto il cambiamento demografico. Le quote di risparmio sono notevolmente influenzate dall'aspettativa di vita nei singoli paesi. Il calo del tasso di natalità e l'aumento dell'aspettativa di vita in tutto il mondo cambiano la composizione del tessuto sociale: un numero calante di persone economicamente attive deve finanziare un numero crescente di pensionati.

Vi è poi il contesto ormai pluriennale di bassi tassi d'interesse, che rende difficile per le casse pensione generare rendimenti. Spesso le casse pensione sono obbligate a investire una parte sostanziale del proprio capitale in obbligazioni sicure. Infine, la percentuale di fondi pubblici per il finanziamento di rendite e altre spese sociali è fortemente cresciuta negli ultimi anni. Poiché i debiti pubblici sono aumentati in pari misura, in futuro sarà sempre più difficile soddisfare le crescenti esigenze finanziarie della previdenza per la vecchiaia.

Sempre oggi UBS ha pubblicato anche il Monitor previdenza, basato su un sondaggio condotto dall'istituto Gfs su un campione di 1200 persone adulte in Svizzera. La ricerca mostra che le aspettative riguardo alle prestazioni di previdenza sono elevate: il 53% degli interpellati si aspetta erroneamente di disporre di un reddito mensile di oltre il 71% del proprio salario attuale durante il pensionamento. Nel campione intervistato, il 37% delle donne e il 17% degli uomini si attendono addirittura di percepire oltre il 90% del proprio stipendio.

UBS ha voluto anche indagare riguardo al livello di conoscenza della popolazione riguardo al pilastro 3a. È emerso che solo il 35% degli intervistati sa che l'avere del pilastro 3a non deve essere indicato nella dichiarazione fiscale fino al momento del pagamento della prestazione. Inoltre, molti intervistati (43%) non sono a conoscenza che è possibile aprire e gestire più conti 3a per ogni persona, un dato che scende ancora (al 39%) fra i ticinesi.

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