Il risultato emerso da un'indagine condotta dall'Uni di Neuchatel è sorprendente: spesso infatti la popolazione si lamenta dell'eccessiva clemenza delle pene previste dalla Legge
NEUCHÂTEL - Se toccasse alla popolazione condannare i criminali, le pene sarebbero in genere meno severe di quelle inflitte dai giudici, salvo che per i casi di stupro: è quanto emerge da un'indagine dell'Università di Neuchâtel, di cui riferiscono oggi i giornali "La Liberté" e "Aargauer Zeitung".
Un risultato sorprendente in un Paese in cui si sente parlare spesso di «Kuscheljustiz» o «giustizia delle coccole» per indicare un'asserita clemenza eccessiva dei magistrati penali.
André Kuhn, processore di criminologia e di diritto penale a Neuchâtel, ha condotto in tutto tre studi - nel 2000, nel 2007 e nel 2015 - su un campione di giudici e di popolazione, sottoponendo loro sempre gli stessi casi. Le persone interrogate dovevano pronunciarsi sui casi fittizi di un pirata della strada recidivo, di un ex tossicomane che ha rapinato un chiosco, di un banchiere che si rende colpevole di un'appropriazione indebita e di un violentatore in uno stupro collettivo.
Nel sondaggio del 2015 i giudici interpellati hanno condannato in media il pirata a 13,6 mesi di carcere, il rapinatore a 16,6 mesi e il banchiera a 24,2 mesi, mentre allo stupratore hanno appioppato una pena di 53,7 mesi.
Il pubblico ha inflitto pene medie di 17,6 all'automobilista, 34,0 al rapinatore, 20,7 al banchiere e 146,1 mesi al violentatore. A prima vista, dunque, pene più severe, salvo che per il banchiere. Il professor Kuhn spiega tuttavia che se si guardano le cifre più da vicino «si nota che la media è spinta verso l'alto da un piccolo numero di persone "ultra punitive"».
Nel primo caso, il 77% del pubblico ha inflitto pene più miti rispetto ai giudici, nel secondo lo ha fatto il 56,4%, nel terzo il 77,2%, mentre nel caso dello stupratore solo il 43,1% è stato più clemente dei magistrati. Secondo Kuhn "non si può dunque affermare che la giustizia è lassista".
Come spiegare la maggiore severità della popolazione verso lo stupratore? «Non era il caso nel 2000 - risponde Kuhn - ma dal 2007 le cose sono cambiate. In diritto penale ci sono delle 'mode'. Si è detestato il pedofilo, poi il pirata della strada, ma anche il proprietario del cane che mordeva i bambini. Lo stupratore fa probabilmente parte di quelle persone con le quali si ha molta difficoltà a identificarsi». Per quanto riguarda il banchiere, d'altro canto, la clemenza si spiega forse con il fatto che «non fa vittime fisiche» e che, magari, ha «forse avuto ragione di rubare alla banca».
Interpellato sul profilo degli «ultra-punitivi» il professore dice che si tratta di «un piccolo campione», costituito in genere da «persone con un livello di educazione abbastanza basso, che vivono nelle grandi città e che non sono interessate alla politica».
I tre studi mostrano anche che sia i giudici sia la popolazione si sono fatti più severi nel 2015 rispetto al 2000 e al 2007. Secondo il professor Kuhn «si può immaginare che il populismo penale, con il discorso di certi politici o con certe iniziative, abbia avuto per effetto di rendere più severa la popolazione. E anche i giudici, perché sono membri della stessa popolazione».