Cerca e trova immobili

BERNANaturalizzazione negata: il mondo politico si divide

22.07.17 - 13:46
Da una parte c'è chi chiede di abolire «l'interrogatiorio». Dall'altro chi ritiene il lavoro della Commissione indispensabile per evitare di dare il passaporto a «furbi e delinquenti»
Jonas Fricker (Verdi)
Naturalizzazione negata: il mondo politico si divide
Da una parte c'è chi chiede di abolire «l'interrogatiorio». Dall'altro chi ritiene il lavoro della Commissione indispensabile per evitare di dare il passaporto a «furbi e delinquenti»

ZURIGO - Nonostante sia in Svizzera da 16 anni - dove ha studiato e creato impresa - ed oggi sia attivo in alcune associazioni, M.M., di Kreuzlingen, è tra coloro a cui la naturalizzazione è stata negata. A penalizzarlo è stato il colloquio con l'apposita Commissione. Un'intervista, questa, definita vessatoria dallo stesso M. «Sono stato bombardato di domande che vanno ben oltre la normale conoscenza locale», spiega.

Il suo caso va ad aggiungersi a quello della giovane turca, Yilmaz Fulda, "bocciata" per aver affermato che tra gli sport nazionali c'è lo sci, quando avrebbe dovuto rispondere ad esempio la lotta svizzera. I due casi ovviamente hanno sollevato indignazione da un lato, approvazione dall'altro. E anche il mondo politico si è diviso.

«Modalità da abolire» - «Il modo in cui sono state descritte queste conversazioni, fa capire che non sono stati dei colloqui, ma degli interrogatori. Questa modalità deve essere abolita al più presto», ritiene Tamara Funiciello, Presidente dei Giovani Socialisti. «Qui ci sono persone che hanno un enorme potere sul futuro di chi chiede la naturalizzazione. Non ci sono tuttavia linee guida uniformi per le interviste. Questo apre la porta all'arbitrio». Per Funiciello queste due decisioni dimostrano quanto sia possibile cadere in errore: «In questi casi sembra che per un semplice capriccio sia stato negato il diritto di cittadinanza».

Secondo Funiciello, se la persona vive in Svizzera, è ben integrata e ha competenze linguistiche adeguate dovrebbe ottenere il passaporto senza ulteriori step. «Chi fa della Svizzera la propria casa, dovrebbe potersi sentire svizzero e a casa. È un diritto democratico fondamentale che non può essere lasciato al buon esito di un test, ma deve essere applicato a tutti».

«I candidati vanno esaminati con rigore» - Diversa è la visione della Consigliera nazionale UDC Barbara Steinemann. «La comunità ha tutto il diritto di esaminare rigorosamente chi chiede la naturalizzazione». Steinemann non nasconde che i due casi sopra descritti siano un po' al limite: «Ma i candidati hanno la possibilità di fare ricorso. Nella maggior parte dei casi, il sistema funziona».

Per Steinemann il colloquio è fondamentale. «È il modo per conoscere personalmente i candidati. In molti sono coloro che tentano di ottenere il passaporto per la pensione di invalidità. Tra questi ci sono coloro che necessitano di un interprete quando dovrebbero parlare almeno la nostra lingua».

«Seguire il buon senso» - Jonas Fricker, dei Verdi, sostiene la necessità di una via di mezzo. «Non è necessariamente sbagliato chiedere un colloquio e fare delle domande per verificare se chi chiede di essere naturalizzato abbia diritto al passaporto. Ma occorre agire seguendo anche il buon senso».

Entra nel canale WhatsApp di Ticinonline.
NOTIZIE PIÙ LETTE