Un fidanzato curdo, un amico eritreo, un marito di colore possono essere un problema in alcune famiglie. I lettori raccontano
BERNA - Un padre che riduce l’eredità della propria figlia femmina perché è sposata con un uomo di colore: questo è uno degli esempi concreti di razzismo che il Servizio per la lotta al razzismo della Confederazione ha raccolto nella sua nuova Guida giuridica on-line per vittime di discriminazione razziale.
Soprattutto nell’ambito del diritto privato, sottolinea il prontuario di recente pubblicato, le leggi svizzere sono «lacunose» e lasciano le persone più impreparate sole ad affrontare l’odio e la discriminazione. Due lettori, Debora* e Lukas*, ci raccontano il razzismo che vivono in famiglia.
«Non parliamo più di certi temi» - Lukas, 20 anni: «Negli ultimi anni mio padre è diventato sempre più razzista. Non so di preciso perché, forse è l’età o forse l’emergenza migratoria. Io mi occupo di insegnamento del tedesco ai richiedenti asilo. Nel contesto della mia attività ho fatto amicizia con un eritreo. Una volta l’ho invitato a casa e mio padre mi ha detto che avrei dovuto indossare una maschera antigas al suo arrivo. Lui, invece, avrebbe fatto in modo di non essere in casa. Secondo lui, poi, la causa di un’influenza gastrointestinale che ho avuto è da ricercare nel mio contatto con gli stranieri. Non si sa bene cosa dire in questi casi, è imbarazzante. Siccome i miei genitori per il resto si comportano bene evito di arrivare a uno scontro. Non parliamo più di certi temi se no sarei già uscito di casa. Trovo triste, però, che mio padre non dia nemmeno una chance al mio amico».
«I miei genitori non hanno mai incontrato il mio ragazzo» - Debora, 25 anni: «Sono svizzera e sto con il mio ragazzo da diversi anni. Lui è curdo e i miei genitori lo rifiutano. Non l’hanno mai incontrato. Lui è cresciuto in Svizzera, fa il contabile ed è perfettamente integrato. Ho provato e riprovato a convincere i miei genitori. Invano. Tutto questo fa soffrire. L’ultima volta che ne ho parlato è scoppiata una grossa lite. Se non cambiassero idea non so se li inviterei al mio matrimonio. Loro hanno sempre avuto atteggiamenti razzisti, soprattutto nei confronti delle persone di altre religioni. Il mio ragazzo tenta di sopportare questo rifiuto, ma si sente colpevole per aver allontanato la mia famiglia anche se lui non può farci niente. Il resto della mia famiglia continua però a supportarmi. Lo vede già come il mio futuro marito».
*Nomi modificati