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Mai come oggi le città attraggono i giovani che, per abitarci, hanno riscoperto la convivenza. L'esperto: «Non hanno mai speso tanto per l'affitto».
ZURIGO - Abitare in città, si sa, costa e parecchio. Zurigo, Ginevra, Basilea ma anche Lugano e Locarno possono vantare fra gli affitti più alti nelle rispettive regioni (e cantoni). Questo però non spaventa i giovani (20-34 anni) che mai come oggi le trovano attraenti. A testimoniare quella che è una vera e propria inversione di tendenza che voleva i centri metropolitani sempre più vecchi un recente rapporto degli analisti zurighesi di Wüest Partner.
«Fino a poco fa il modello vigente era quello della decentralizzazione», spiega l'autore dello studio Patrick Schnorf a 20 Minuten. Fino al 2000 la tendenza dell'esodo verso le campagne era data per assodata: «Oggi i millenials svizzeri rifluiscono nei centri». Il motivo? Secondo lo psicologo dell'economia Stefan Ryft «perché sono più interessanti delle campagne: fra la cultura, lo svago alla sera e lo shopping».
Insomma, una scelta di vita “hip” che influenza direttamente i prezzi degli affitti, mai così alti. Stando al rapporto, infatti, l'aumento medio dei prezzi negli ultimi quattro anni si attesta attorno al 10% con il picco più alto registrato attorno al 2015. E non sono assolutamente spiccioli, considerando che si parla di numeri che girano attorno ai 2'000 franchi.
Per far fronte alle spese i neo-cittadini si organizzano in «comunità allargate di coinquilini, la parola d'ordine è convivenza», spiega Schnorf, «in questo modo si riducono almeno in parte le spese. In ogni caso l'abitare non ha mai influito così tanto sul budget mensile dei giovani svizzeri come oggi».
Per via di questo esodo, del boom delle costruzioni e di una popolazione che non cresce c'è il rischio che nei prossimi anni diverse abitazioni (soprattutto in periferia) resteranno sfitte. Per questo motivo è probabile che, almeno in generale, i prezzi degli affitti inizino a diminuire.
