Cresce la pressione sul tasso di conversione
BERNA - Le casse pensione svizzere si sentono con le spalle al muro per l'attuale difficile situazione in fatto di investimenti. I rendimenti e i tassi di copertura hanno subìto una netta regressione nel 2015. I bassi interessi rafforzano la pressione sul tasso di conversione.
Il 2015 non è stato una buona annata per le circa 1860 casse pensione elvetiche e gli oltre quattro milioni di loro affiliati. A causa delle vicissitudini sui mercati azionari e del basso livello dei tassi d'interesse, l'esercizio trascorso è stato estremamente difficile e volatile, emerge da un sondaggio svolto dall'ats.
Secondo quanto indicato in febbraio dall'Associazione svizzera degli istituti di previdenza (ASIP), il rendimento mediano delle casse pensione svizzere è stato "solo dello 0,7%" nel 2015. Una percentuale più bassa del tasso d'interesse minimo LPP attualmente garantito agli assicurati (1,25%), inferiore anche al rendimento richiesto per poter assolvere gli impegni a lungo termine, afferma l'associazione.
Non è tuttavia il caso di cedere al panico. La sicurezza a lungo termine della previdenza professionale "non è minacciata", sottolinea l'ASIP. Negli anni 2012-2014 le casse avevano realizzato buoni rendimenti, tra il 6,1% e l'8,1%, e il rendimento mediano degli ultimi cinque anni è stato del 4,8%, mentre quello degli ultimi 10 anni è stato del 3%.
La società di consulenza Towers Watson stima che le casse pensione elvetiche abbiano perso circa il 4% del loro patrimonio soltanto per la decisione della Banca nazionale svizzera (BNS) di abbandonare la soglia minima di cambio euro-franco. Il tasso di copertura medio delle istituzioni è a sua volta calato del 4% circa.
L'analisi di taluni risultati mostra peraltro che alcune casse hanno preso decisioni infelici in fatto di investimenti. Come il piccolo istituto bernese PVS BIO (Personalvorsorgestiftung Bolligen-Ittigen-Ostermundigen), finito persino nel mirino della Procura per una strategia d'investimenti troppo rischiosa: il suo tasso di copertura è sceso in un anno dall'80 al 70%, costringendo i comuni interessati a stanziare diversi milioni per il risanamento.
La situazione è migliore ma non rallegrante per i grandi istituti di previdenza. La Cassa pensioni della Confederazione PUBLICA, che raggruppa 21 istituti per un totale di 63'000 assicurati e 43'000 beneficiari di rendite, ha visto il suo grado di copertura scendere dal 105 al 100%. Il rendimento globale netto per il 2015 è stato del -1,9%. C'è dunque stata una perdita sugli investimenti di capitali.
Anche per la zurighese BVK, seconda maggiore cassa pensione della Svizzera in termini di patrimonio, e i suoi 115'000 assicurati l'esercizio 2015 non è stato dei migliori: il rendimento degli investimenti è sceso al -0,7%, il tasso di copertura dal 99,3 al 96,1%, ha indicato all'ats.
La cassa pensione delle FFS si dichiara "soddisfatta tenuto conto delle circostanze": il rendimento ha raggiunto l'1,5%, superando nettamente la media dell'insieme degli istituti elvetici di previdenza. Il tasso di copertura è comunque sceso dal 107,3 al 105,7%.
Alcuni grossi istituti, come Axa Winterthur e Swiss Life, pubblicheranno i risultati soltanto in maggio. Ma i dati disponibili corrispondono ampiamente alla valutazione del "Monitor delle casse pensioni" di Swisscanto, secondo il quale i tassi di copertura sono diminuiti dell'1-2% nel 2015 rispetto all'anno precedente.
Il difficile clima congiunturale in fatto di investimenti e l'evoluzione demografica inducono le casse pensione ad agire. In particolare il tasso di conversione, che determina l'ammontare delle rendite, è sempre più sotto pressione.
La cassa pensione del Credit Suisse ha già annunciato l'introduzione a inizio 2017 di un nuovo modello di previdenza: le prestazioni di vecchiaia verranno ridotte, il tasso di conversione abbassato e l'età pensionabile progressivamente aumentata da 63 a 65 anni.
"L'alto livello di prestazioni nella forma attuale non è finanziabile a lungo termine", afferma Martin Wagner, direttore della cassa, giustificando i provvedimenti. L'obiettivo - aggiunge - è di evitare che i costi vadano a carico esclusivamente dei dipendenti più giovani.
Lo stesso argomento è invocato da Axa Winterthur per abbassare entro il 2018 al 5% il tasso di conversione per la previdenza professionale sovraobbligatoria. La cassa delle FFS ha ridotto in gennaio il tasso al 5,22%. Anche la BVK intende adattarsi all'inizio del 2017 alla "realtà economica", con una prevista riduzione delle rendite dell'8% in media in base alle attuali attese sull'evoluzione degli interessi.