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BERNACasse pensione in difficoltà

30.03.16 - 12:55
Cresce la pressione sul tasso di conversione
tipress
Casse pensione in difficoltà
Cresce la pressione sul tasso di conversione

BERNA - Le casse pensione svizzere si sentono con le spalle al muro per l'attuale difficile situazione in fatto di investimenti. I rendimenti e i tassi di copertura hanno subìto una netta regressione nel 2015. I bassi interessi rafforzano la pressione sul tasso di conversione.

Il 2015 non è stato una buona annata per le circa 1860 casse pensione elvetiche e gli oltre quattro milioni di loro affiliati. A causa delle vicissitudini sui mercati azionari e del basso livello dei tassi d'interesse, l'esercizio trascorso è stato estremamente difficile e volatile, emerge da un sondaggio svolto dall'ats.

Secondo quanto indicato in febbraio dall'Associazione svizzera degli istituti di previdenza (ASIP), il rendimento mediano delle casse pensione svizzere è stato "solo dello 0,7%" nel 2015. Una percentuale più bassa del tasso d'interesse minimo LPP attualmente garantito agli assicurati (1,25%), inferiore anche al rendimento richiesto per poter assolvere gli impegni a lungo termine, afferma l'associazione.

Non è tuttavia il caso di cedere al panico. La sicurezza a lungo termine della previdenza professionale "non è minacciata", sottolinea l'ASIP. Negli anni 2012-2014 le casse avevano realizzato buoni rendimenti, tra il 6,1% e l'8,1%, e il rendimento mediano degli ultimi cinque anni è stato del 4,8%, mentre quello degli ultimi 10 anni è stato del 3%.

La società di consulenza Towers Watson stima che le casse pensione elvetiche abbiano perso circa il 4% del loro patrimonio soltanto per la decisione della Banca nazionale svizzera (BNS) di abbandonare la soglia minima di cambio euro-franco. Il tasso di copertura medio delle istituzioni è a sua volta calato del 4% circa.

L'analisi di taluni risultati mostra peraltro che alcune casse hanno preso decisioni infelici in fatto di investimenti. Come il piccolo istituto bernese PVS BIO (Personalvorsorgestiftung Bolligen-Ittigen-Ostermundigen), finito persino nel mirino della Procura per una strategia d'investimenti troppo rischiosa: il suo tasso di copertura è sceso in un anno dall'80 al 70%, costringendo i comuni interessati a stanziare diversi milioni per il risanamento.

La situazione è migliore ma non rallegrante per i grandi istituti di previdenza. La Cassa pensioni della Confederazione PUBLICA, che raggruppa 21 istituti per un totale di 63'000 assicurati e 43'000 beneficiari di rendite, ha visto il suo grado di copertura scendere dal 105 al 100%. Il rendimento globale netto per il 2015 è stato del -1,9%. C'è dunque stata una perdita sugli investimenti di capitali.

Anche per la zurighese BVK, seconda maggiore cassa pensione della Svizzera in termini di patrimonio, e i suoi 115'000 assicurati l'esercizio 2015 non è stato dei migliori: il rendimento degli investimenti è sceso al -0,7%, il tasso di copertura dal 99,3 al 96,1%, ha indicato all'ats.

La cassa pensione delle FFS si dichiara "soddisfatta tenuto conto delle circostanze": il rendimento ha raggiunto l'1,5%, superando nettamente la media dell'insieme degli istituti elvetici di previdenza. Il tasso di copertura è comunque sceso dal 107,3 al 105,7%.

Alcuni grossi istituti, come Axa Winterthur e Swiss Life, pubblicheranno i risultati soltanto in maggio. Ma i dati disponibili corrispondono ampiamente alla valutazione del "Monitor delle casse pensioni" di Swisscanto, secondo il quale i tassi di copertura sono diminuiti dell'1-2% nel 2015 rispetto all'anno precedente.

Il difficile clima congiunturale in fatto di investimenti e l'evoluzione demografica inducono le casse pensione ad agire. In particolare il tasso di conversione, che determina l'ammontare delle rendite, è sempre più sotto pressione.

La cassa pensione del Credit Suisse ha già annunciato l'introduzione a inizio 2017 di un nuovo modello di previdenza: le prestazioni di vecchiaia verranno ridotte, il tasso di conversione abbassato e l'età pensionabile progressivamente aumentata da 63 a 65 anni.

"L'alto livello di prestazioni nella forma attuale non è finanziabile a lungo termine", afferma Martin Wagner, direttore della cassa, giustificando i provvedimenti. L'obiettivo - aggiunge - è di evitare che i costi vadano a carico esclusivamente dei dipendenti più giovani.

Lo stesso argomento è invocato da Axa Winterthur per abbassare entro il 2018 al 5% il tasso di conversione per la previdenza professionale sovraobbligatoria. La cassa delle FFS ha ridotto in gennaio il tasso al 5,22%. Anche la BVK intende adattarsi all'inizio del 2017 alla "realtà economica", con una prevista riduzione delle rendite dell'8% in media in base alle attuali attese sull'evoluzione degli interessi.

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COMMENTI
 

tazmaniac 8 anni fa su tio
Passi per l'AVS, ma la cassa pensione, dovrebbe essere versata singolarmente su di un conto di libero passaggio ad ogni dipendente, invece di foraggiare queste testine di vitello che si divertono a giocare al Monopoli con i nostri soldi.....

helveticum 8 anni fa su tio
Non ci sono soldi per i nostri pensionati? Hanno LAVORATO una vita e adesso mi si viene a dire che a ghè ne mia? Invece di farci lavorare in futuro fino a 80anni o aumentare ancora le tasse una semplice soluzione tra le tante ci sarebbe. A casa mia prima di andare in vacanza faccio due calcoli: ho x franchi per la mia economia domestica, pago le bollette, mantengo con fatica i figli e se poi resta qualcosa magari si va in vacanza. Prima si danno i soldi ai nostri pensionati senza andare a spremere ancora il contribuente. Poi se ne avanzano, ma non ne avanzano, si mantengono a vita i pidocchiosi nullafacenti profughi economici. CAPITO che prima ci siamo noi cittadini svizzeri e poi, ma poi poi poi eventualmente gli altri!!!!!!!!!!!!!!!!!
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